Labriola su situazione Sud

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“Giovani in fuga, il Governo inerte”

On. Vincenza LabriolaTARANTO – “Non sembrano bastare i numeri, a dir poco eclatanti, di una recente elaborazione ISTAT, per sensibilizzare il governo nazionale su quella che è divenuta nel corso degli anni una vera e propria emergenza, il progressivo abbandono del Sud da parte dei giovani. Uno spopolamento culturale e di energie, che i giornalisti chiamano ‘fuga di cervelli’, che è in primo luogo sinonimo di impoverimento. Napoli, Messina, Taranto, quindi Reggio-Calabria, Palermo, Bari, e non va meglio nei piccoli centri, se dal 2008 ad oggi oltre 20 mila under 30 hanno abbandonato la loro terra. Un risultato negativo devastante anche per la Puglia, con tredici città tra le prime cinquanta, regione nella quale le occasioni sono sempre di meno. Di fronte a tutto questo Palazzo Chigi si muove tiepidamente, quando addirittura non sta immobile. Il tanto acclamato decreto Sud è del tutto inefficace, non stimola, non sostiene, non riporta a casa nessuno. Renzi e Gentiloni? Nessuna svolta, nessuna rivoluzione, non equità sociale. Siamo ad un punto fermo. A crescere è solamente il numero dei tavoli di crisi presso il ministero dello Sviluppo economico, insieme ad un lavoro nero spesso legato alla malavita. Abbiamo atteso quattro anni per avere un ministro del Mezzogiorno, che ora sta con le mani in mano. Forza Italia è convinta che il Sud debba essere sostenuto con investimenti che creino Pil e occupazione, con infrastrutture che consentano all’impresa di produrre in loco, con sgravi importanti rivolti a chi produce. Il tutto nel segno di una legalità che deve essere garantita”, lo dice l’onorevole Vincenza Labriola di Forza Italia.
Bisogna ripartire contemporaneamente dal lavoro e dal welfare a sostegno delle popolazioni più disagiate – prosegue la parlamentare tarantina –, contrastando seriamente le mafie, rendendo decorose, attrattive e sicure le nostre città. Nel mezzogiorno c’è tanto da fare, con il presidente Berlusconi stiamo lavorando ad un percorso politico di riforme ad hoc, affinché l’Italia possa ripartire proprio dal suo anello più debole”.