Turismo e ristorazione sono assi portanti dell’agroalimentare pugliese
BARI – Il presidente di Confagricoltura Puglia Luca Lazzàro interviene sulla presunta “fase 2” mettendo in discussione le tempistiche della ripresa economica e lavorativa, mentre Francia e Spagna ricominciano a camminare.
“Dal 4 maggio non vi saranno grandi differenze per i settori più deboli – dichiara il presidente Lazzàro – quegli stessi settori che hanno patito dal primo momento la morsa del lockdown“.
“Vanno bene le regole per una riapertura graduale – continua – ma non registriamo nessun alleggerimento in un settore strategico per il nostro Paese, come il turismo, che vale quasi 15 punti di Pil. Eppure l’Agriturismo pugliese, lontano al turismo di massa per sua propensione, si adatta bene alle regole di distanziamento sociale e penso che gli operatori del settore siano pronti a recepire le disposizioni se messi nelle condizioni di riaprire“.
“Rimettere in moto la ristorazione – prosegue il presidente Lazzàro – vuol dire far ripartire gli acquisti dei pregiati prodotti agroalimentari pugliesi venduti dalle aziende agricole, prodotti che in questi mesi di blocco hanno registrato vendite in sostanziale calo“.
Il ritardo che l’Italia sta accumulando nel mondo della produzione, e che accumulerà nel turismo, rischia di ricadere sulla scacchiera economica dell’Europa. Il turismo e i mercati enogastronomici internazionali potrebbero favorire chi, in modo coscienzioso, riattiva prima l’economia e il lavoro.
“Mentre altre nazioni europee iniziano a far ripartire la loro economia – conclude il presidente di Confagricoltura Puglia – in Italia siamo ancora nella “fase 1bis”, ovvero una fase “Uno” leggermente edulcorata, ma con effetti recessivi per il sistema Paese“.