“Consorzi di bonifica non possono essere in una condizione di straordinarietà perenne, vanno velocemente messi in condizione di poter competere e di rispondere alle esigenze del territorio”
BARI – Il veto di Polonia e Ungheria al bilancio dell’Ue, di conseguenza, al Recovery Fund, non è solo una bega politica, lontana dalla società reale, ma ha degli effetti concreti sull’economia della Puglia.
“Con il voto contrario dei due Paesi si allontana la possibilità di avere entro la primavera 2021 i sostegni legati al Recovery Fund – dice il presidente di Confagricoltura Puglia, Luca Lazzàro – Questo comporta che non potranno essere avviati, in tempi rapidi, necessari interventi finalizzati alla realizzazione d’infrastrutture irrigue e di riuso, opere indispensabili alla Puglia e in particolar modo al Salento“.
Fondamentale, dunque, il ruolo dei consorzi di bonifica. “Bisogna immaginare – prosegue – un Salento rigenerato sotto il profilo delle colture che caratterizzeranno quella parte della regione. La possibilità di impiantare altre colture oltre che ulivo su ulivo è fondamentale. Ma se non permettiamo al Sud della Puglia di beneficiare di infrastrutture indispensabili a ottimizzare i processi produttivi, qualsiasi sforzo è fortemente condizionato. Il ruolo dei consorzi di bonifica è essenziale. Proprio per questo, tali enti non possono essere in una condizione di straordinarietà perenne, vanno velocemente messi in condizione di poter competere e di rispondere alle esigenze del territorio“.
Con il veto dei due stati membri diventa decisivo il Consiglio europeo di dicembre prossimo. Solo dopo si potrà capire quando l’Italia potrà presentare il proprio piano nazionale, previsto per febbraio prossimo. Al momento, dunque, si registra solo un ritardo sulla tabella di marcia prevista la scorsa estate dopo l’impegno politico da parte di tutti i Paesi. Ma le preoccupazioni in Puglia sono alte, visto che le risorse legate al Recovery Fund potrebbero essere legate a interventi necessari al rilancio dell’economia agricola dell’intera regione. In Puglia, nei primi nove mesi dell’anno, l’emergenza sanitaria e le misure di contenimento hanno determinato un forte calo del prodotto. Sebbene l’export dell’agroalimentare abbia retto bene il colpo, registrando persino una leggera crescita, sul piano generale nel primo semestre 2020 l’attività economica è diminuita di oltre il 10% rispetto allo stesso periodo del 2019. “È da notare – conclude il presidente di Confagricoltura Puglia – che nonostante le incertezze, l’agroalimentare pugliese ha assicurato lavoro a migliaia di lavoratrici e lavoratori. Così, mentre l’occupazione nell’industria e nel commercio ha subito l’impatto della crisi, impatto solo in parte mitigato dagli ammortizzatori sociali, l’agroalimentare pugliese ha aumentato, sebbene in misura contenuta, la richiesta di manodopera, assicurando in questo modo lavoro e reddito a numerose famiglie“.
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