Gli assessori comunali Gaetano Messuti e Alessandro Delli Noci replicano alle dichiarazioni rilasciate oggi dal Rettore dell’Università del Salento Vincenzo Zara circa un presunto disinteresse dell’Amministrazione Comunale
LECCE – “Inverosimili e inesatte”. Così gli assessori comunali Gaetano Messuti (Lavori Pubblici) e Alessandro Delli Noci (Innovazione tecnologica e Politiche Comunitarie) definiscono le dichiarazioni rilasciate oggi dal Rettore dell’Università del Salento Vincenzo Zara nel corso di un’intervista ad un’emittente televisiva nella quale accusava Comune di Lecce e Regione Puglia di rallentare il rilancio del bacino dell’Acquatina di Frigole.
“Apprendiamo con sorpresa delle critiche mosse dal numero uno dell’Università nei confronti dell’Amministrazione Comunale – sottolineano gli assessori Messuti e Delli Noci – Quella di Zara è una posizione assolutamente strumentale. Il rettore dovrebbe ricordare bene l’iter fin qui delineato per ridare vita ad Acquatina. La bozza del famigerato Protocollo d’intesa, cui si fa più volte cenno, venne definita nel corso di un incontro tenutosi alla fine del mese di febbraio alla presenza del Rettore, del direttore generale dell’Università e dell’ingegner Laforgia, delegato per conto della Regione Puglia. Ebbene, in quella occasione sottolineammo con forza la necessità di inserire tra le finalità che fanno parte del regolamento relativo alla concessione del bacino la possibilità di realizzare attività produttive, precondizione per entrare a far parte del Protocollo visto che la momento si fa cenno all’utilizzo del bacino per scopi puramente scientifici. La Regione in primis prese l’impegno di verificare questa possibilità presso il Demanio. Dopo un mese e mezzo di silenzi, l’Università ha inviato una e mail nella quale integrava il Protocollo d’intesa ma senza accogliere le nostre richieste. A quale scopo e a quel titolo – ci chiediamo – dovremmo allora firmare questo documento?”.
“L’Università – aggiungono gli assessori Messuti e Delli Noci – non può limitarsi a fare orecchie da mercante salvo poi scaricare le responsabilità su altri. Siamo pronti, sia chiaro, a giocare un ruolo attivo nel rilancio dell’Acquatina ma chiediamo un coinvolgimento concreto e non fittizio. Siamo ancora disponibili, dunque, a lavorare concretamente allo sviluppo di Acquatina che deve passare dal coinvolgimento di privati che investano nella riqualificazione dei luoghi e nella creazione di un’area produttiva di ricerca nel settore dell’acquacoltura e della pesca turistica. Non si può immaginare che quell’area possa ottenere in futuro ancora finanziamenti per realizzare strutture dedicate unicamente alla ricerca: la storia del bacino dimostra che tali investimenti sono stati sin qui infruttuosi”.