Presentazione del brano musicale “Le Giravolte” di Lucia Minutello e del video documentario “Amara” di Claudia Mollese
Un incontro performativo tra le visioni e le voci di una memoria recente di questo quartiere; un ri-vissuto storico attraverso alcune opere artistiche che sono radicate proprio in questo quartiere e nei suoi personaggi. Percezioni di voci, immagini e odori di un luogo che tra passato e presente si osserva e si ri-vive senza soluzione di continuità.
L’occhio di Claudia Mollese e la voce di Lucia Minutello diventano gli organi percettivi che trasformano un “viaggio” (personale) sulle tracce di un personaggio leggendario nella provincia di Lecce in una “scoperta” (collettiva) di una città invisibile sospesa tra riti di devozione e di trasgressione”. Durante tale viaggio/scoperta si tratteggiano i connotati di Mara, la Mara di Lecce, un famoso travestito protagonista e icona della città fino agli anni ’90; personaggio controverso divenuto “un simbolo, un ricordo di una città che ha cambiato volto” ma che rimane sempre e comunque tanto intrisa di se stessa.
Questa serata è un punto d’incontro, un appuntamento con la storia di questa città che passa attraverso questi vicoli e attraverso queste storie sempre attuali. Le Giravolte, così come il campanile, non hanno bisogno dell’orologio per essere puntuali ad ogni viaggio.
La partecipazione è libera.
Testo della canzone
Venite belli venite venite
le Giravolte non sono finite
in questo fuoco d’amore attinto
dalla spirale del labirinto
L’amore dura meno di un lampo
riflesso sullo specchio di un tempo
Il campanile senza l’orologio
l’unico puntuale ad ogni viaggio
Venite belli venite venite
le Giravolte non sono finite
la vita di Mara dolce amara
squillo di trombe di una fanfara
In questo luogo di perdizione
redento da una benedizione
Due grandi alberi si attorcigliano
come gli amanti si aggrovigliano
con le caviglie gonfie sui tacchi
Mara regina di tutti gli scacchi
Venite belli venite venite
le Giravolte non sono finite
La vita di Mara dolce amara
squillo di trombe di una fanfara
la vita di Mara la dolce vita
suona le note con tutte le dita
Il merlo mangia i semi che ruba
intaglia carati dalla carruba
tra i balconi dal tempo corrosi
antichi mestieri peccaminosi
mettendo a nudo l’ipocrisia
ogni forma d’arte crea poesia.
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