Katër i Radës – Memorie migranti
La motovedetta albanese Katër i Radës diretta in Italia con a bordo circa 120 persone di origine albanese, prevalentemente donne e bambini, venne speronata e affondata da una corvetta della Marina Militare Italiana, nel tentativo di contrastarne l’approdo sulla costa italiana. Nella tragedia persero la vita 81 persone, i dispersi furono circa 27, mentre i superstiti solo 34. Si trattava prevalentemente di donne e bambini provenienti dall’Albania e diretti in Italia alla ricerca di una vita migliore o per ricongiungersi con le proprie famiglie. «Ho visto le lapidi del naufragio del 28 Marzo completamente abbandonate, sbiadite dal tempo. Ho continuato a pensare a quella tragedia e mi sono chiesta più volte perché non accade nulla in nessuno dei due paesi coinvolti in questo dolore», racconta Ermelinda Bircaj. «La società ha bisogno di allenare l’anima e la mente. Quando sono stata lì, davanti alle tombe, il primo pensiero è stato per i dispersi mai ritrovati. La memoria è un atto importante da donare a chi può ricordare le urla delle anime in fondo al mar». È dunque, importante nutrire la memoria e dare spazio ai colori della vita. Creare un’unione simbolica tra i due stati in memoria dei dispersi e dei morti di quella tragedia è un atto d’amore. Il progetto nasce da quest’idea. Memorie migranti si muove dalla musica alla poesia, dal lamento funebre alla rinascita per un simbolico abbraccio delle due sponde dell’Adriatico. Una simbolica traversata che collega i due luoghi, Valona e Otranto, coinvolti nel tragico tragitto della Katër i Radës; un giorno di testimonianza e memoria da ripetere ogni anno il 28 Marzo. A Otranto è presente inoltre la nave ripescata in fondo al mare e trasformata in monumento da Costas Varotsos. «Volevo farla rinavigare, volevo farla ripartire. È come se si trovasse in mezzo a una tempesta e tutto il mare gli fosse scoppiato addosso. Ho cercato di farla riemergere in superficie, quello che si era inabissato doveva tornare a cavalcare le onde, con un nuovo messaggio di equilibrio tra presente e passato», spiegò l’architetto greco.
ITI – UNESCO
Fondata nel 1948 a Praga, da esperti di teatro e danza dell’UNESCO, l’International Theatre Institute, unica organizzazione non governativa, operante in ambito culturale, in relazioni formali con l’UNESCO, è presente con Centri Nazionali in circa 100 Paesi, ed ha come obiettivo lo sviluppo di pratiche di cooperazione tra artisti e istituzioni teatrali a livello internazionale, per consolidare collaborazioni tra operatori culturali di tutto il mondo e favorire il dialogo interculturale. Tra le più note iniziative promosse a livello mondiale dall’International Theatre Institute figurano, oltre al World Theatre Day (27 marzo), l’International Dance Day (29 aprile) e il Theatre of Nations, dove si sono esibiti per la prima volta in Occidente, dopo la seconda Guerra mondiale, l’Opera di Pechino, il Berliner Ensemble, il Teatro Kabuki, il Teatro d’Arte di Mosca.
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