Lecce

Lecce, minori in affido: al via il progetto “Famiglie in rete”

E’ stato presentato oggi in conferenza stampa a Palazzo Carafa. In arrivo contributi economici anche per attività sportive, scolastiche  ed educative a favore dei minori in affido

LECCE – Una task force in campo per far accrescere il numero di minori che vengono affidati alle famiglie. E’ questo, in buona sostanza, lo spirito del progetto “Famiglie in Rete” presentato oggi a Palazzo Carafa e che si avvale della collaborazione, a vario titolo, dell’Ambito territoriale sociale Lecce, di cui il Comune di Lecce è il capofila, Asl Lecce, Caritas di Lecce, Anfaa (Associazione nazionale famiglie affidatarie), Consorzio Emmanuel, Ussm (Ufficio di Servizi Sociali per i minorenni) ed il Tribunale dei Minorenni.
La proposta progettuale intende perseguire le seguenti finalità: qualificare e potenziare progetti individualizzati di affido familiare al fine di rispondere a bisogni specifici, special needs, dei minori; sviluppare e potenziare reti integrate tra istituzioni, enti e servizi pubblici e privati impegnati nell’ambito dell’affido; promuovere azioni di sostegno in favore delle famiglie di origine, affidatane e dei minori accolti al fine di favorire il rientro del minore in famiglia; promuovere percorsi di formazione- informazione in favore delle famiglie affidatane e di origine dei minori; garantire al ragazzo, prossimo alla maggiore età, opportunità di ulteriore permanenza nella famiglia affidataria, laddove non vi siano nell’immediato, i presupposti per rientrare nella famiglia di provenienza.
Nello specifico sono previsti la sperimentazione e la promozione di progetti di affido familiare, anche di ragazzi ultradiciottenni, attraverso l’attivazione di differenti tipologie di affido; interventi di sostegno, diretti alle famiglie affidatane, di origine e ai minori; interventi di sostegno economico diretti alle famiglie affidatane e alle famiglie di origine, nell’ambito di un più articolato progetto individualizzato di affidamento familiare e/o di un progetto di rientro del minore nella famiglia di origine, volti a supportare le famiglie, in presenza di specifici bisogni dei minori; l’implementazione dei percorsi di integrazione e messa in rete dei diversi e molteplici attori locali, competenti in materia di affido familiare (istituzioni, enti, servizi pubblici e privati, famiglie, scuole, e via discorendo)
Il Progetto “Famiglie in Rete”, finanziato dalla Regione Puglia, prevede l’attuazione di diversi percorsi Individualizzati di affido familiare attraverso la realizzazione delle seguenti azioni: sperimentazione e promozione di differenti tipologie di affido; sostegno alle famiglie di origine, affidatane e minori, attraverso percorsi di presa in carico integrati, percorsi formativi mirati, sperimentazione di buone prassi per il graduale rientro del minore nella sua famiglia; implementazione della rete tra istituzioni, enti e servizi pubblici e privati, al fine di valorizzare e mettere a sistema le diverse risorse territoriali competenti in materia di affido; diretto coinvolgimento dei principali attori pubblici e del privato sociale del territorio per la costruzione di una rete sociale capace di promuovere azioni integrative e per la promozione/implementazione della cultura dell’affido. Il tutto attraverso un complesso ed articolato percorso di concertazione partecipata di molteplici attori, istituzionali e non, a vario titolo coinvolti nella realizzazione dell’azione progettuale complessiva: la Asl per gli interventi di specifica competenza comprensivi di sostegno psicologico al minore e alle famiglie; l’Ussm di Lecce in presenza di minori in area penale; l’ Anfaaa quale risorsa sul territorio in tema di affidamento familiare; la Caritas Diocesana che, trasversalmente, approccia il tema dell’accoglienza e dell’inclusione delle famiglie multi problematiche, anche nell’ambito delle migrazioni e la Comunità Emmanuel, altra risorsa del territorio competente per la promozione e il potenziamento dei percorsi di affidamento familiare sul territorio di Ambito.
E’ un progetto – spiega Bernardo Monticelli Cuggiò, consigliere delegato all’Ambito sociale territoriale Lecce – che mira a promuovere la cultura delll’accoglienza in famiglia perché tanti sono i bambini che necessitano di interventi di tale natura. L’obiettivo è quello di cercare di ridurre al minimo la permanenza nelle strutture residenziali e creare al contempo le condizioni affinché i bambini possano tornare nella propria famiglia d’origine. Intendiamo creare una rete tra le famiglie affidatarie e quelle che disponibili ad accogliere questi minori per un reciproco scambio di esperienza”.

E’ un progetto molto ambizioso – ha sottolineato la presidente del Tribunale dei Minorenni di Lecce, Ada Luzza – per ottenere i risultati auspicati ci sarà bisogno di grande professionalità e di un impegno costante con step e verifiche regolari. Il percorso sarà lungo, basti pensare che non abbiamo al momento un elenco di famiglie disponibili ad prendersi cura di un minore in affidamento”.

Questo progetto – afferma il sindaco Paolo Perrone – nasce sotto i migliori auspici grazie ad un’intesa tra istituzioni e associazioni. Da parte nostra ci sarà la massima collaborazione. Peraltro sono anni che lavoriamo di comune accordo con l’Anfaa con la quale condividiamo la gestione di uno sportello ad hoc. Riteniamo fondamentale la famiglia un quanto accresce il valore del capitale sociale di una comunità”.

Per una questione culturale – sottolinea la presidente dell’Anfaa, Grazia Manni – l’affidamento è ancora caratterizzato da legami di sangue. E’ necessario invece superare questa logica. In questo progetto peraltro viene offerto un contributo concreto in termini economici al singolo caso: vengono aiutati i minori in affido ad andare ij piscina o in palestra, a seguire corsi di formazione per esempio per parrucchiere o estetista e anche per avere un sostegno scolastico”.

Questo progetto – sottolinea il direttore del Distretto socio sanitario della Asl Lecce, Rodolfo Rollo – è il frutto di uno sforzo: mettere a fattore comune competenze diverse per individuare la migliore strada da percorrere per il benessere dei minori in affido”.

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