LECCE – Forte e chiaro il messaggio venuto fuori oggi dal Teatro Apollo di Lecce durante l’incontro “PNRR: SVILUPPO è SICUREZZA” organizzato dal senatore Dario Stefàno, presidente della Commissione Politiche europee che ha visto oggi la partecipazione del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e in diretta streaming il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani.
In apertura, il sottosegretario di Stato agli Affari Europei Vincenzo Amendola ha sottolineato che: “Il PNRR è un lavoro corale che ha visto al lavoro diversi attori coinvolti e ora deve diventare una missione nazionale, senza divisioni. Per l’Italia si prevedono 205 miliardi, a cui si aggiungono i fondi complementari stanziati dal governo che si traducono in ulteriori 30 miliardi. Fino al 2026 abbiamo risorse da programmare, scadenze da rispettare e obiettivi target da raggiungere: per questo va vissuto come missione nazionale da sistema delle imprese, sindacati, Parlamento, Governo ed enti territoriali, tutti dobbiamo procedere nella stessa direzione, nella prospettiva di ricostruire il Paese“.
“Tante risorse non si erano mai viste, abbiamo una strategia globale, occorre essere uniti per ricostruire un Paese migliore da lasciare alle nuove generazioni”, ha sottolineato il ministro Lamorgese. “Nessuno deve essere lasciato indietro – ha proseguito – La Sicurezza è precondizione perché la coesione sociale sia garantita e le risorse non vadano a finire nella mani sbagliate, perché la criminalità organizza sa adeguarsi ai cambiamenti, proponendosi come welfare alternativo. Oggi abbiamo una grande sfida da affrontare e per questo dobbiamo essere tutti sulla stessa linea e operare per cogliere pienamente questa opportunità, rispettando le regole e i tempi, altrimenti potremmo correre il rischio di revoca delle risorse assegnate. L’attività di controllo sarà intensificata: già sono state adottate 1400 interdittive per aziende colluse su tutto il territorio nazionale. Abbiamo chiuso il Protocollo per la legalità insieme ad ANCE, in modo da consentire ai costruttori di accedere alla Banca dati antimafia. Stiamo per predisporre il nuovo codice antimafia con norme ancora più stringenti, per un maggiore controllo delle situazioni di criticità sui territori“.
Il ministro Cingolani ha poi spiegato la strategia “a tre gambe” sul tema ambientale con l’obiettivo della riduzione non più procrastinabile della riduzione delle immissioni di CO2 in atmosfera, sottolineando al contempo “che la transizione green deve essere attuata con soluzioni sostenibili, vuol dire che nessuno deve essere lasciato indietro“.
La strategia: “Occorre innanzitutto cambiare metodo di produzione dell’energia primaria ricorrendo alle rinnovabili. Nei prossimi 9 anni dovremo produrre 70 miliardi di watt, per raggiungere quota 70 per cento di energia green: una trasformazione epocale. Solo allora potremo pensare ai mezzi di trasporto che la utilizzino, ma prima occorrerà fare un lavoro infrastrutturale incredibile. Poi dovremo adottare pienamente il concetto del riciclo e della circolarità e arrivare almeno all’80 per cento di differenziata. Il 65 % dei rifiuti dovrà essere completamente riutilizzato; il restante 25 andrà valorizzato (per produrre energia) e massimo il 10% dovrà andare in discarica: Infine c’è l’aspetto della rinaturazione: recupero stato salute del mare vicine le coste, soluzione del rischio idrogeologico; l’agro-fotovoltaico; il piano per i bacini fluviali; i grandi impianti per catturare la pioggia; il risanamento degli acquedotti che oggi perdono il 42 % di acqua; la digitalizzazione dei parchi naturali e la biodiversità.
“Dobbiamo far sì che le imprese rimangano sui territori, rendendoli attrattivi per le aziende interessate ad investire al Sud – ha poi aggiunto Sergio Fontana, presidente Confindustria Puglia -. Due gli aspetti: infrastrutture e riforme, solo così noi saremo in grado di competere. La transizione che dovremo affrontare non sarà solo verde, ma anche economica e sociale, facciamoci orientare dalla scienza. Ci deve essere poi una vera e propria politica economia europea dell’acciaio verde, una grande opportunità che richiede grandi talenti“.
Il vice segretario generale CGIL Gianna Fracassi ha posto l’attenzione sui “costi sociali e umani legati alla ripresa ordinaria, come fa capire la recrudescenza degli infortuni sul lavoro: su questo c’è l’impegno del governo, ma chiediamo un’accelerazione e una strategia complessiva per evitare quella che è ormai una vera e propria strage. Riguardo invece ai costi della transizione ecologica e digitale, ci sono degli effetti di cui occorre essere consapevoli, per evitare che queste opportunità (nuovo lavoro, nuove filiere, nuove occupazioni) si scontrino con un conflitto tra transizione ambientale e costi sociali. L’obiettivo deve essere garantire a giovani e donne nuova occupazione, la coesione sociale è fondamentale per la ripresa dopo la pandemia e bisogna fare cose concrete: oltre a spendere dobbiamo farlo pensando che serve a costruire nuove filiere. Occorre poi uno sforzo per recuperare la capacità di programmazione che il Paese ha perso. L’auspicio è che il sostegno del Next Generation non duri fino al 2026 e che, pur nella rapidità che ci viene chiesta, in questa fase si costruiscano strumenti di partecipazione“.
“È fondamentale la partecipazione di tutta la filiera istituzionale, ed è un peccato che la Regione oggi non ci sia – ha concluso Stefàno – . Occorre fare presto e fare però bene, per questo è necessario sostenere le PA nella fase della progettazione, perché sono sprovviste delle adeguate professionalità. La partita è vitale soprattutto per il Sud, che già paga un prezzo altissimo, basti pensare alla cancellazione continua dell’unico volo che collega la Puglia a Roma o all’impossibilità di prendere un treno che in tempi brevi consenta di raggiungere la Capitale. Il tema non sono più le risorse, che oggi ci sono, ma le riforme che consentano di accelerare i processi e di mettere le PA e il sistema delle imprese nelle condizioni di agire“.