Le priorità: malattie croniche, malattie sociali e ricoverati in ospedale. Censimento delle risorse per quantificare le prestazioni da assicurare, anche coinvolgendo i privati. E in autunno l’avvio dello screening del colon-retto
LECCE – Percorsi ben definiti, censimento delle risorse e rispetto dei tempi a partire dai pazienti affetti da malattie croniche, malattie sociali e dai ricoverati in ospedale. Sono i punti principali del nuovo Piano aziendale di governo delle liste d’attesa illustrato mercoledì mattina dal Commissario Straordinario Rodolfo Rollo, durante un incontro con il Comitato Consultivo Misto della ASL Lecce, presieduto da Rita Tarantino, la quale si è augurata di “poter continuare il lavoro importante avviato con la gestione commissariale”.
La riunione con le associazioni, divenuto un consueto appuntamento, è servita a Rollo per spiegare le linee strategiche del piano e i dettagli delle azioni da realizzare. A cominciare da un concetto cardine: “Il nuovo piano per il governo delle liste d’attesa è importante – ha detto – perché coinvolge trasversalmente tutta l’ASL: ogni unità operativa, ambulatorio o distretto è chiamato ad assicurare le prestazioni che, a monte, l’azienda riterrà necessario richiedere. É uno strumento di governo reale per l’azienda e coinvolge direttamente anche le associazioni. Per questo la riunione monotematica serve a capire come stanno le cose”.
Il piano aziendale delle liste d’attesa
Rollo ha quindi chiarito che uno dei capisaldi del piano consiste nella definizione di percorsi specifici per pazienti con malattie croniche: “Vogliamo cominciare a coprire quelle a maggior impatto sul territorio e sui cittadini: i tumori solidi o le leucemie, Sla, Parkinson, Diabete, malattie respiratorie e reumatiche. Per tutte quante dobbiamo definire percorsi di diagnosi, cura e assistenza. Va definito a monte – ha rimarcato – il percorso per ogni malattia cronica: chi visita, gli esami da fare, quanti pazienti ci sono. In base al numero dei pazienti, ad esempio, dovremo organizzare le prestazioni da assicurare e censire le professionalità mediche che si occupano di specifiche patologie. É una specie di modello Coro, quello che si occupa di pazienti oncologici, esteso a tutte le altre patologie”. Tra le novità, la previsione di team che dovranno occuparsi di gruppi di pazienti, un’esperienza già collaudata con successo per la sclerosi multipla: “Di fatto – ha aggiunto Rollo – creeremo meccanismi nei singoli ospedali e distretti per auto-programmare le prestazioni aggiuntive che dovessero rendersi necessarie oltre quelle prestabilite”. Un sistema flessibile, utile anche per monitorare (e se necessario bloccare) l’attività intramoenia, in caso di superamento dei parametri di equilibrio previsti dalla legge.
Tempi certi per i ricoveri ospedalieri
“Il secondo aspetto importante – ha sottolineato ancora Rollo – è affrontare il grande tema delle prestazioni di ricovero, rispettando i tempi d’intervento prestabiliti dal piano nazionale. Anche per i ricoveri saranno previste le priorità, dall’intervento più serio a quello più banale, urgente o programmabile, e per eseguire celermente gli esami diagnostici: prima ai ricoverati, poi ai pazienti esterni. Ai primari chiederemo di garantire questi tempi, utilizzando agende pubbliche, consultabili e monitorabili, e verificando contemporaneamente anche la libera professione. Se salta l’equilibrio, anche in questo caso potremo fermare l’attività di libera professione”.
L’obiettivo non è solo garantire il numero di prestazioni diagnostiche, specialistiche e di ricovero previste dal Piano nazionale, ma anche collegare questi fabbisogni ai reparti e ai singoli medici per garantire l’equilibrio tra attività istituzionale e intramoenia, cercando così di prevedere i volumi necessari per ogni singola unità erogante, ospedaliera e territoriale.
Il sistema delle priorità
Oltre alle malattie croniche – ha aggiunto Rollo – “bisogna far fronte alle nuove insorgenze, cui si risponde con prestazioni individuate con i codici di priorità canonici: U, B, D e P. Per questi pazienti non cronici, la richiesta del medico di base va lavorata bene e secondo i tempi previsti, in collaborazione con lo specialista che dovrà indirizzare i pazienti verso le strutture più vicine per l’approfondimento diagnostico. Il paziente, in tal modo, verrà preso in carico direttamente dallo specialista”.
Le agende tutor
In caso di agende sature, è prevista l’attivazione dell’agenda tutor per gestire le prenotazioni in esubero ed eliminare la coda: “Questo modello – ha detto Rollo – gestirà le prenotazioni prioritariamente per singolo ospedale e distretto. Laddove ciò non avvenga abbiamo già individuato un polo di riferimento a nord (a Lecce) e un polo a sud (Maglie) per poter garantire comunque la prestazione, in modo da rispettare i tempi nei limiti del possibile”. Previsto anche il coinvolgimento deIle strutture private convenzionate: “Un fronte su cui stiamo lavorando – ha precisato il commissario – cercando di conciliare il rispetto dei tetti di spesa con il diritto dei cittadini a ricevere la prestazione”.
In autunno lo screening colon-retto
Sul versante degli screening, dopo i buoni risultati di quello senologico, Rollo ha annunciato un’altra novità: “L’esperienza della mammella – ha ricordato – dovrà essere usata al meglio, bisognerà rafforzare e allargare lo screening senologico e avviare quello per il colon-retto. Questo screening partirà in autunno, probabilmente a settembre, grazie ad una convenzione siglata dalla Regione Puglia con le farmacia per fornire i kit per la ricerca di sangue occulto nelle feci”. In caso di esame positivo, è previsto l’avvio del percorso diagnostico e, eventualmente, di cura: “Abbiamo chiuso il cerchio – ha detto Rollo – individuando i centri di riferimento a Lecce, Campi, Copertino, Galatina, Scorrano, Casarano e Gallipoli, più il Panico di Tricase. Questa rete garantirà sia gli esami e le visite per gli screening sia le prestazioni per i casi extra-screening”.
Le grandi malattie sociali
Ultimo capitolo affrontato, quello delle quattro grandi malattie sociali inserite in Puglia Care 3.0: diabete, ipertensione, scompenso cardiaco e insufficienza respiratoria. “Questo modello – ha spiegato Rollo – prevede il coinvolgimento diretto dei medici di Medicina generale, con ambulatori dedicati e un’importante attività di filtro. Si tratta di grandi numeri, basti pensare che il 24 per cento della popolazione leccese è oltre i 65 anni. Ai medici di base spetterà la gestione e il monitoraggio dei pazienti cronici ma stabili, mentre per le nuove insorgenze si dovrà ricorrere nuovamente ai centri specialistici”. Un sistema siffatto, insomma, chiama in causa lo specialista solo quando è effettivamente necessario. Nel caso delle patologie come lo scompenso cardiaco, invece, Rollo ha assicurato che “rafforzeremo l’attività domiciliare, perché abbiamo registrato che se si interviene bene a casa il numero dei ricoveri crolla verticalmente”.
Infine, la visione che innerva tutto: “Il piano – ha scandito Rollo – è un punto di partenza, dobbiamo applicarlo e cambiare alcune abitudini o convenzioni ben strutturate. Dobbiamo far capire che il mondo è cambiato: nessuno può fare tutto questo da solo, serve il contributo di tutti, anche delle associazioni. Per centrare gli obiettivi bisogna mediare: è una rivoluzione di buon senso in una manovra complessa, che deve impattare su un “elefante”, il sistema, difficile da spostare. Non è un libro dei sogni – ha concluso il commissario – ma un’agenda con tempi e obiettivi precisi”. Già fissati gli argomenti dei prossimi incontri, riordino ospedaliero e riordino territoriale, e la strategia da seguire: “Dobbiamo veicolare bene le informazioni, perché le persone hanno necessità di sapere, di conoscere come funzionano i servizi sanitari per utilizzarli bene e aiutare l’ASL a farli funzionare meglio”.