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Lecce: una mamma scrive, il prof risponde

«Preferiamo formare “makers” anziché “lamenters”»

LECCE – Domenica scorsa, 31 gennaio, è stata pubblicata su un giornale locale (Nuovo Quotidiano di Puglia) una lettera da parte di una mamma in cui veniva rivolto un accorato ringraziamento agli insegnanti di una scuola superiore di Lecce per aver “acceso” nel proprio figlio una “grande voglia di fare”, un’espressione certo non usuale quando si parla del sistema scuola italiano. Uno dei destinatari della lettera, il docente Daniele Manni, ha deciso di rispondere ai genitori, sottolineando un aspetto dell’offerta formativa anch’essa piuttosto poco usuale.

Questa la lettera della mamma:
«Insieme a mio marito vorremmo ringraziare gli insegnanti dell’Istituto Costa di Lecce in quanto sono riusciti in un compito che ritenevamo se non impossibile, almeno molto difficile, ossia accendere in nostro figlio una grande voglia di fare. Ai tempi delle medie il ragazzo ha sempre avuto un carattere un po’ introverso, non amava particolarmente lo studio e spesso trovava noiose le lezioni teoriche. Alle superiori queste cose non sono non sono cambiate moltissimo ma è cambiato radicalmente il suo atteggiamento. Soprattutto il prof. Manni è riuscito a catturare la sua attenzione e, ogni volta che tornava a casa, non vedeva l’ora di raccontarci cosa avesse fatto in classe, i passi in avanti del suo progetto.
Oggi, a distanza di qualche anno, mio figlio dimostra più fiducia in se stesso e in quello che sa fare e pian piano si sta creando un futuro con le sue mani. Non ho usato a caso più volte il verbo “fare” in quanto nostro figlio ripeteva spesso che l’insegnante teneva moltissimo a tre cose: saper fare; ideare cose nuove; tradurre le idee in servizi e prodotti reali.
Grazie quindi, al prof Manni, a tutti gli altri docenti e all’istituto Costa nel suo complesso.»

Questa la risposta del prof. Manni:

«Gentili Genitori, io e i miei colleghi insegnanti dell’Istituto Galilei-Costa di Lecce sentiamo la voglia e la necessità di ringraziarvi per questa bella e toccante lettera, sia per la forte commozione che ci avete fatto provare che per la sensazione di appagamento professionale che ognuno di noi desidera ricevere nello svolgere un così importante e delicato ruolo (continuo a non riuscire a chiamarlo “lavoro”).
Approfittiamo inoltre di questa bella occasione per rivolgere un particolare ringraziamento a tutti quei genitori che, come voi, con fiducia e con motivata aspettativa, ci affidano la crescita personale e la formazione dei propri figli. Ci teniamo perché ci sentiamo letteralmente “scelti”, in quanto la nostra è una scuola che persegue un ben preciso obiettivo formativo, molto legato alla realtà lavorativa ed occupazionale che vive fuori dalle aule, un obiettivo perseguito con strumenti e metodologie anche alternative e innovative. E’ una scuola che, attraverso scelte a volte coraggiose, si impegna a fornire una formazione “on demand”, basata e suggerita dalle aspettative di competenze richieste dal territorio, una scuola che stimola nelle ragazze e nei ragazzi il desiderio di mettersi personalmente in gioco, attraverso l’auto-imprenditorialità e la creazione di startup, una scuola, infine, che desidera diplomare dei “makers” e non dei “lamenters”, ossia diplomare dei giovani che hanno voglia e competenza del “fare” (proprio come vostro figlio).
Grazie a voi e alla vostra fiducia, quindi e, senza falsa modestia, ci auguriamo di poterne leggere tante di lettere come la vostra perché vorrà dire che, almeno in parte, saremo stati all’altezza del compito a cui siamo chiamati a svolgere.»

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