In programma domani, 9 febbraio, ore 16,30, il terzo seminario dedicato spazio. Ospite e relatore, Giulio Avanzini, ordinario di Meccanica del Volo e Progetto di Aeromobili a Unisalento
BARI – L’uso dell’energia elettrica da fonti rinnovabili per la propulsione di veicoli aerei e spaziali è una delle sfide tecnologiche del XXI° secolo.
Nell’ambito del volo atmosferico, piccoli droni a propulsione elettrica sono ormai una realtà consolidata in molte applicazioni civili e militari, ma la propulsione elettrica può essere una soluzione per decarbonizzare il trasporto aereo?
Nell’ambito delle applicazioni spaziali, propulsori elettrici a bassa spinta sono ormai utilizzati in diverse missioni, il loro impiego rende il progetto di missione molto più complesso e, per quanto riguarda il controllo di assetto, un sistema basato solo su attuatori elettrici pone diversi problemi. Rover mossi da motori alimentati da batterie ricaricate con pannelli solari hanno lavorato con successo per anni sulla superficie di Marte, ma lo sviluppo di veicoli di grandi dimensioni per il trasporto di grandi pesi (magari dei primi astronauti su Marte!) risulta decisamente più complesso.
Giulio Avanzini, ordinario di meccanica del volo e progettazione di aeromobili presso l’Università del Salento, si occupa da tempo di trasporto aereo e mezzi spaziali.
Il prof. Avanzini sarà ospite e relatore del terzo seminario del programma, “Rediscovering the Space – challenges and opportunities in the aerospace, research and business sectors”, iniziativa organizzata e curata dal Dottorato di Ricerca in Ingegneria e Scienze Aerospaziali Poliba-Uniba. Partendo proprio dalle sue esperienze e dalle sue attività di ricerca, il seminario evidenzierà le sfide da vincere per arrivare a elettrificare su larga scala il trasporto aereo e i mezzi spaziali, sottolineando come siano necessari cambiamenti radicali delle configurazioni, lo sviluppo di nuovi metodi di dimensionamento e progetto, e lo sviluppo di soluzioni tecnologiche nuove per batterie e pannelli solari. Al tempo stesso saranno sottolineati i vantaggi (per ora solo potenziali) non solo in termini di riduzione della carbon footprint che una “rivoluzione elettrica” porterebbe con sé.
L’iniziativa è in programma domani, 9 febbraio, ore 16,30 sulla piattaforma http://bit.ly/RediscoveringTheSpace_february_9 e disponibile anche sul canale youtube del Poliba, http://bit.ly/Youtube_Poliba
Moderatore, prof. Giuseppe Pascazio (Poliba). Coordinatore, prof. Marco Donato de Tullio (Poliba).
Il relatore. Giulio Avanzini insegna Meccanica e Dinamica del Volo e Progetto di Aeromobili presso l’Università del Salento. Consegue la Laurea in Ingegneria Aeronautica con lode e il Dottorato di Ricerca in Meccanica Teorica e Applicata presso l’Università di Roma La Sapienza. Nel 1997 diventa tecnologo presso l’Istituto Nazionale per Studi ed Esperimenti in Architettura Navale (INSEAN-CNR) e poi, nel 1998, ricercatore in Meccanica del Volo presso il Politecnico di Torino. Dal 2011 è professore ordinario di Meccanica del Volo dell’ateneo salentino. Fra il 2004 e il 2012 trascorre diversi semestri come visiting professor alla Glasgow University, in Scozia, dove ha insegnato dinamica del volo spaziale, e alla University of Illinois at Urbana-Champaign, USA, come docente di dinamica del volo dei velivoli flessibili. All’inizio della carriera i suoi interessi di ricerca erano focalizzati sull’applicazione di metodi di analisi non-lineare e tecniche di simulazione inversa alla dinamica del volo di velivoli ad alte prestazioni. Ha poi studiato la dinamica e il controllo di velivoli ad ala rotante e problemi legati al controllo di assetto di satelliti, soprattutto in condizioni di attuazione ridondante o incompleta. Ha fornito contributi per modellizzazione, progetto e controllo di droni in configurazioni non convenzionali, per lo studio del volo in formazione di satelliti (soprattutto per formazioni tethered) e problemi fondamentali dell’Astrodinamica. In questo ambito ha derivato la prima soluzione del problema orbitale alle condizioni al contorno (il problema di Lambert) in termini di parametri orbitali classici. I suoi interessi di ricerca includono ora veicoli autonomi sottomarini, le prestazioni e il dimensionamento di velivoli elettici e a motorizzazione ibrida e la propulsione elettrica nello spazio.