I cannibali hanno sempre fame: vogliono, amano, sperano, tradiscono, lottano, dimenticano, accusano. Sono figli e figlie, la ragione di esistere della madre di latte o di quella acquisita, sono oggetto e soggetto d’amore, creature indifese. Storie sottili e quotidiane, raccontano il legame più sofisticato che la natura abbia mai concepito: quello che lega i figli alle proprie madri, anche quando loro muoiono. Isidoro, tanato-esteta di trentacinque anni, e Ira, una bambina di sei, diventano orfani di madre alla stessa ora dello stesso giorno. Isidoro è anaffettivo e insensibile; ma quando la vita gli pone davanti Ira, ne resta sopraffatto. È lei a parlargli per prima. Proprio lei, una bambina affetta da mutismo selettivo. Tra i due inizia così uno scambio fitto, non strettamente verbale, che indaga storie di maternità nel mondo animale, un dialogo sul dovere di essere figli. È un viaggio chiuso in una stanzetta, un dolore mutilato. Cos’è una madre? Quali sono le formule per amarla?
«Scrivere “I cannibali” è stata una prova d’amore: quando ho iniziato a pensarci non immaginavo che alla sua pubblicazione sarei stata incinta», sottolinea Giulia Maria Falzea. «La scrittura è, nel mio piccolo, un gesto magico che, quando decide, si auto avvera. Infatti una volta finita la prima stesura mi sono accorta che ero pronta ad abbandonare lo status di figlia/cannibale per sperimentarmi in quello di madre. Dare vita a un romanzo e decidere di mettere alla luce una persona sono atti generativi potenti con i quali quest’anno mi è capitato di misurarmi con amore e profondo senso di mistero e gratitudine».
Nata a Galatina, classe 1985, laureata in Lettere moderne all’Alma Mater Studiorum di Bologna, Giulia Maria Falzea ha collaborato con la Repubblica – Bari e ha lavorato per il Teatro Koreja di Lecce. È autrice dei testi teatrali “Gul. Uno sparo nel buio”, supervisionato da Giancarlo De Cataldo, “L’abito della festa”, interpretato dal Theater de Girandole di Parigi, “L’io minimo. Operetta elettronica per contentarsi di sé”, prodotto da TRAC Puglia, e “S-madonne”, messo in scena da ZeroMeccanicoTeatro. Con Claudia Gori è autrice di “Anatomia dei Sentimenti”, mentre altri suoi racconti sono su “Secret Garden” (Danilo Montanari editore), “Musa e Getta” (Ponte alle Grazie) e altre riviste di settore. Scrive progetti artistici e culturali con diverse realtà come Ura Teatro, Cool Club, Diffondiamo idee di valore. Un suo racconto fa parte dell’antologia “Oltre il velo del reale. L’avventura dei racconti continua” (Meridiano Zero Edizioni), che raccoglie i testi selezionati dal Premio Italo Calvino 2022. Ha una fede incrollabile nella pasta al dente, tre gatti e un marito musicista.
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