Giovedì l’Organizzazione degli agricoltori pugliesi prenderà parte alla Conferenza regionale delle autorità di pubblica sicurezza convocata dal prefetto di Bari
BARI – «Bisogna accelerare le procedure per la concessione di liquidità alle imprese o rischiamo di consentire alle mafie di infiltrarsi nell’economia agricola».
A suonare il campanello d’allarme in visione del prossimo incontro della Conferenza regionale delle autorità di pubblica sicurezza di giovedì 28 maggio (ore 9,30 in streaming) convocato dal prefetto di Bari, è il presidente di Confagricoltura Puglia Luca Lazzàro. «Riceviamo – dice – tante segnalazioni di nostri soci che stanno riscontrando problemi nell’erogazione dei prestiti previsti nei Decreti di contrasto all’emergenza economica data dal Coronavirus. Queste procedure invece vanno snellite, con un forte impegno delle banche e dello Stato, altrimenti aumenta il rischio di infiltrazioni criminali e mafiose nel mondo agricolo sano della Puglia e del Sud Italia».
Giorni fa era stata la stessa Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia a mettere in guardia dai possibili rischi di infiltrazioni, chiarendo che l’indebolimento economico di famiglie e imprese accresce i rischi di usura e può facilitare l’acquisizione diretta o indiretta delle aziende da parte delle organizzazioni criminali.
Tante banche sono disposte a concedere finanziamenti garantiti dallo Stato solo per assicurare affidamenti già concessi.
«Nei giorni scorsi – spiega Lazzàro – sono stati già impegnati 80 milioni di euro della prima tranche di 100 milioni di risorse del “L25” dell’ISMEA. Il fondo è finalizzato alla concessione di liquidità alle imprese agricole entrate in difficoltà con l’emergenza Covid19. Tuttavia, ci risulta che siano pochissime le aziende che in Puglia hanno ottenuto la concessione del mutuo sotto i 25 mila euro e quasi nessuna ha ottenuto mutui sopra tale soglia. Molte piccole e medie imprese agricole, nelle quali non vi è distinzione tra patrimonio aziendale e patrimonio familiare, sono oggi esposte al sovraindebitamento e al finanziamento illegale con immediate conseguenze per gli imprenditori e i lavoratori dipendenti impiegati. Questa sofferenza, purtroppo, genera uno spaventoso spazio per il prestito a usura e i sistemi mafiosi, mali antichi che conoscono una recrudescenza nella prolungata crisi economica e finanziaria come quella causata dall’emergenza Coronavirus».
«Considerato – sottolinea inoltre – che la prima tranche di risorse del fondo di garanzia ISMEA è stata quasi esaurita e sono pochissimi i finanziamenti concessi in Puglia, ci chiediamo: in che aree del Paese sono stati accordati questi affidamenti? Auspichiamo invece che con il nuovo stanziamento di 250 milioni di euro sia considerata adeguatamente l’agricoltura pugliese»
«È chiaro – conclude il presidente di Confagricoltura Puglia – che tutti questi strumenti non sono idonei a far fronte al rilancio della nostra economia reale e che è necessaria una risposta differente a questa emergenza. Serve una soluzione che punti a sostenere, anche con strumenti istituzionali, le imprese pugliesi e del Mezzogiorno nelle grandi sfide a cui sono chiamate».