MANDURIA (TA) – “Abito – Territori di tessuto” sarà il secondo appuntamento teatrale della rassegna “Cuturi e Cultura”, in programma il prossimo 23 luglio, dalle ore 20.30, nella Masseria Cuturi a Manduria (Taranto), luogo storico ed affascinante situato tra la città messapica e la costa salentina in cui si producono prestigiosi vini.
Sul palco, andrà in scena l’attrice Erika Grillo, massafrese, che porta avanti da alcuni anni un progetto teatrale sul modo di abitare i luoghi e gli spazi pubblici della provincia di Taranto e non solo, e il musicista Walter Pulpito, tarantino, nato e cresciuto nella Città vecchia del capoluogo ionico, “operaio per sopravvivere e musicista per vivere”, come lui stesso si definisce.
“Abito – Territori di tessuto” nasce come un percorso in parallelo tra la parola ‘abito’ intesa come sostantivo: indumento, tessuto che ci cuciamo addosso e la parola ‘abito’ intesa come verbo: prima persona singolare del verbo abitare.
Così, le figure di tre donne che indossano tre abiti differenti si intersecano attorno al loro abitare lo stesso luogo: Taranto, “che brilla sui due mari come un gigantesco diamante in frantumi” (Pier Paolo Pasolini); non una parte di Taranto qualsiasi, bensì la Città vecchia, il borgo antico… un’isola: un fazzoletto di terraferma circondato da due mari, Mar Piccolo e Mar Grande.
Uno spettacolo, dunque, che nasce da un desiderio: abitare. Dapprima il nostro corpo, poi il nostro indumento, poi ancora lo spazio pubblico: i luoghi.
Le parole di Erika Grillo si modulano sulle note della chitarra classica di Walter Pulpito, si incrociano con le melodie, gli arrangiamenti, le canzoni in dialetto tarantino che scrive e canta Pulpito. Il risultato sono tre storie con un comune denominatore: il mare e l’amore.
Dichiara Erika Grillo: “Partendo da principio, è necessario sottolineare il perché la battaglia per un luogo oggi significhi una battaglia globale. Le tante iniziative nate in questi anni nella città di Taranto come anche in altri borghi d’Italia, sono legate insieme, come se fossero nate tutte da una stessa mente. C’è chi si occupa di ripensare il ruolo dei centri storici, ci sono ‘guerrieri’ nelle strade che piantano alberi, altri che costruiscono luoghi di incontro sotto i cavalcavia, chi ricostruisce modelli socioeconomici aggrappandosi alla storia, chi semplicemente propone il ritorno alla terra o ad altre forme di autosostentamento. Il mondo ha sempre avuto il bisogno di fermarsi a respirare, di partire e poi di tornare. Come il medioevo è arrivato dopo la tumultuosa epoca greca e romana, dovevamo aspettarci una cosa del genere dopo la lunga ed estenuante corsa dal rinascimento, alla rivoluzione industriale, fino ad oggi. Solo che oggi, per la prima volta nella storia, siamo partecipi di quello che succede altrove, senza filtri, in tutto e per tutto, a volte anche contro la nostra volontà; siamo nell’era globale. E non ce la facciamo a rimanere indifferenti. Questo elemento da solo nell’utopistica visione della “civiltà dell’empatia” (J. Rifkin) spazzerà via tutte le logiche politiche mai costruite e tutte le forme di controllo che hanno posto alla società. Ecco perché è importante il luogo. Uno qualsiasi. Quello che ognuno di noi vive quotidianamente. Non è più il momento di “far la lotta contro” qualcuno o qualcosa, che sia il governo, la guerra, l’inquinamento. E’ il momento di abitare; di prendersi cura, piuttosto che curare. Se ti occupi di quel luogo, senza che tu lo dica, lo stai già facendo. E non importa se siamo sempre più propensi a partire, a fuggire, a cercare luoghi ‘altri’, perché essere in viaggio vuol dire sempre e comunque lasciare tracce, dunque edificare luoghi“.
Masseria Cuturi, nel cuore del Bosco di Cuturi, è il luogo di cui da anni la famiglia veneta Rossi Chauvenet si prende cura e non è stata affatto casuale la volontà di mettere in scena questo spettacolo.
Abito – Territori di tessuto andrà in scena venerdì 23 luglio alle ore 20.30, alla Masseria Cuturi (sp 137, Manduria).
Il ticket di ingresso comprende le degustazioni dei vini della cantina Cuturi.