Diretta da Gilberto Scordari con il sostegno del Ministero della Cultura e della Regione Puglia, e realizzata dall’associazione Aremu in collaborazione con la Società Bachiana Italiana JSBach.it, le Cattedrali di Bari e Bitonto e Palazzo Pesce di Mola di Bari, la manifestazione propone l’esecuzione integrale del primo volume del «Wohltemperierte Klavier», che in tedesco indica in realtà non un «clavicembalo» bensì più genericamente una «tastiera ben temperata». Per questo motivo i ventiquattro Preludi e Fughe che nel 1722 apparvero nel primo volume dell’opera di Bach, sono stati suddivisi tra tre esperti e verranno eseguiti integralmente su tre diversi strumenti a tastiera: da Davide Pozzi al clavicembalo il 16 marzo (Bari, Chiesa di San Giacomo, ore 20.30), da Maurizio Zaccaria al pianoforte il 18 marzo (Mola di Bari, Palazzo Pesce, ore 20.30) e dallo stesso Gilberto Scordari all’organo il 19 marzo (Bitonto, Concattedrale, ore 19.45).
A chiudere la tetralogia di concerti, l’Ensemble Locatelli composto da Jérémie Chigioni al violino, Thomas Chigioni al violoncello piccolo e alla direzione, Leonardo Gatti al violoncello e Gabriele Levi al clavicembalo, il 21 marzo (Bari, Chiesa di San Giacomo, ore 20.30) proporrà le Trio Sonate BWV 529, 1037 e 1039 in una performance che, in continuità con i primi tre appuntamenti, prevede un omaggio al «Wohltemperierte Klavier» con l’esecuzione del Preludio e Fuga in sol minore, sempre dal primo volume.
Dunque, non solo un omaggio a Bach, ma di riflesso anche a Pasolini, che tra il 1944 e il 1945 non riuscì a portare a termine un volume musicologico sullo stile del Kantor, al quale si era appassionato grazie all’incontro con la violinista Pina Kalc, una profuga slovena conosciuta a Casarsa, il paesino del Friuli dove Pasolini visse a lungo durante il secondo conflitto e negli anni del dopoguerra. «Certamente il punto d’inizio d’ogni composizione bachiana – scriveva Pasolini, che nel cinema utilizzerà le musiche di Bach non solo per “Il Vangelo secondo Matteo”, ma anche per “Accattone” – è già altissimo. E tutto il resto non dovrà che mantenersi alla medesima altezza. Quindi, se vorremo scegliere un’immagine per la direzione della sua musica, non credo ci sia nulla di più adatto che una retta orizzontale, se, a quell’altezza, Bach non ha da far sforzar alcuno per mantenercisi, salvo quello di scegliere la via più facile, più ovvia (non tecnicamente, s’intende). Quindi l’ascoltatore ritrova in sé, prevedendolo punto per punto, il cammino che percorrerà la musica fino alla sua conclusione, di solito necessarissima. Questa è arte, anzi, sarei tentato a dire, natura».
Info e contatti 351.7510571 – mareterrafestival.com. Per il concerto a Mola di Bari prenotazioni online su https://palazzopescelocationeventi.com/.
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