Per l’Autunno Agìmus 2023, nel Chiostro Santa Chiara, il violino di Carlo Lazari tra Beethoven e il tango nuevo di Piazzolla. Tre secoli di musica in duo col pianista e compositore Edoardo Bruni
MOLA DI BARI – Il matrimonio tra violino e pianoforte, da Beethoven ad Astor Piazzolla. Musicisti celebranti, il virtuoso dell’archetto, il veneziano Carlo Lazari, cresciuto sotto la guida di Salvatore Accardo e Stefan Gheorghiu, e il trentino Edoardo Bruni, grande talento della tastiera, formatosi con Maddalena Giese, Aquiles Delle Vigne e Andras Schiff, del quale si ascolterà una «Sonata surrealista» per violino e pianoforte, strumenti dalla cui combinazione è nato qualche secolo fa un repertorio tra i più estesi e ricco di capolavori di tutta la storia della musica occidentale. L’appuntamento è per domenica 24 settembre (ore 20.15) a Mola di Bari, nel Chiostro Santa Chiara (in caso di maltempo, nel Teatro va Westerhout), per l’Autunno Agìmus, che in apertura di serata propone il secondo OpenConcert riservato ai talenti dei conservatori pugliesi, protagonista il percussionista Michele Di Modugno con musiche di Eric Sammut.
Il recital di Lazari e Bruni si aprirà, dunque, con uno dei capisaldi della letteratura violinistica, la Sonata n. 5 «La Primavera» di Ludwig van Beethoven, pagina del 1801 apparentemente idilliaca che non sfugge alla tensione tra temi e strumenti tipica della successiva Sonata «a Kreutzer», rispetto alla quale «La Primavera» non si esprime con gli stessi eccessi virtuosistici. Dopo il grande fiorire di Romanticismo e Impressionismo, nel ventesimo secolo hanno imperversato, con esiti artistici ed estetici spesso molto discutibili, avanguardie e sperimentalismi. E uno dei compositori che si è salvato dalla decadenza e dall’autoreferenzialità della gran parte della ricerca musicale di fine secolo, spiegano Lazari e Bruni, è stato Astor Piazzolla che, durante l’apprendistato parigino, fu sollecitato da Nadia Boulanger a proseguire sulla propria, personale strada artistica. Fu proprio grazie a quel suggerimento che il grande musicista argentino portò il tango fuori dai postriboli e dalla sale da ballo per introdurlo nelle sale da concerto di tutto il mondo, meritandosi l’appellativo di padre del «tango nuevo». Di Piazzolla Lazari e Bruni propongono una selezione di brani più o meno famosi, da «Preparense» alla celebre «Libertango», passando per «Novitango», «Ave Maria», «Invierno Porteño» e l’insuperabile, in quanto a tensione emotiva, «Adiós Nonino».
Nel Terzo Millennio anche Edoardo Bruni cerca di portare avanti quest’ideale, proponendo una musica fatta per essere suonata ed ascoltata, dunque, rifuggendo dalle sterili astrazioni della musica accademica. Quella di Bruni, che ha inciso sue composizioni per le case discografiche Anima Records e Tactus, è musica artigianale che concilia la complessità della scrittura con la piacevolezza dell’ascolto: caratteristiche presenti nella sua «Sonata surrealista» del 2004. A sua volta, Carlo Lazari ha contribuito, come violinista barocco nell’ensemble L’arte dell’Arco, alla registrazione per la label Dynamic dell’integrale dei concerti per violino di Giuseppe Tartini.
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