«A te la mala Pasqua, spergiuro!», dice profeticamente Santuzza quando si scaglia contro l’infedele Turiddu, a sua volta sedotta dal gagliardo Turiddu, ma poi schernita e abbandonata dallo spavaldo giovinotto, interessato alla bella Lola, moglie del carrettiere Alfio. L’opera narra, infatti, dell’infatuazione di Turiddu per la bella Lola, alla quale il giovane contadino, «prima d’andar soldato», aveva promesso eterno amore. La situazione si complica quando Turiddu torna un anno dopo, trovando la bella Lola maritata con compare Alfio. Ed è per dispetto nei confronti di Lola che Turiddu seduce Santuzza, una giovane del paese, che presto trascurerà non appena Lola si riavvicinerà a lui, venendo meno al voto coniugale. Santuzza si sentirà offesa ed oltraggiata, così si recherà prima da Lucia, la madre di Turiddu, svelandole la trama ordita dal figlio. Dopodiché, rivelerà ad Alfio la tresca amorosa tra Turiddu e sua moglie. Un disonore che dovrà essere pagato con la morte in un duello nel quale a soccombere sarà compare Turiddu.
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