Per l’Inverno Agìmus 2023, a Palazzo Pesce, la lirica da camera dell’Ensemble Variabile con il soprano Annamaria dell’Oste, il clarinettista Claudio Mansutti e la pianista Federica Repini
MOLA DI BARI – Lirica da camera per formazione emendabile. È il progetto nato da un’idea del clarinettista Claudio Mansutti, che per l’Agìmus di Mola di Bari domenica 26 febbraio (ore 19.30), a Palazzo Pesce, propone il recital «Chamber Opera» con l’Ensemble Variabile da lui stesso fondato per raggiungere un obiettivo preciso: unire nel segno della musica un gruppo di artisti della cosiddetta Regione Alpe Adria, quel vasto territorio transnazionale (in cui si parlano diverse lingue) individuato una decina d’anni fa tra Carinzia, Slovenia, Croazia, Friuli Venezia-Giulia, Veneto, Austria Superiore e Stiria, nel frattempo allargatosi ad altre comunità.
La formazione di scena a Mola di Bari comprende, oltre allo stesso Mansutti, che vanta un’esibizione in veste di solista con i Berliner Symphoniker, la pianista Federica Repini, dal canto suo approdata alla Carnegie Hall di New York, e il soprano Annamaria Dell’Oste, interprete con una gloriosa carriera segnata dalla presenza nel cast de «L’Armide» di Gluck alla Scala diretta nel 1996 da Riccardo Muti e da apparizioni in molti tra i più importanti teatro del mondo, dalla Staatsoper di Vienna al Covent Garden di Londra, dall’Opéra Bastille di Parigi al Liceu di Barcellona.
Tra l’altro, proprio come i musicisti coinvolti in quest’occasione, i componenti che si alternano nell’Ensemble Variabile, già protagonisti di recital in Francia, Spagna, Austria, Germania, Repubblica Ceca, Belgio, Norvegia e, naturalmente, Italia, sono tutti vincitori di concorsi internazionali impegnati nello studio della musica cameristica. Il concerto si aprirà con una prima parte teutonica con le «Sei canzoni tedesche» del compositore, violinista e direttore d’orchestra Louis Spohr e con il pezzo strumentale «Il pastore sulla roccia» (Der hirt auf dem felsen) op. 129 di Franz Schubert, per proseguire nel segno della melodia italiana, prima con un florilegio di arie da camera di Vincenzo Bellini («Ma rendi pur contento», «Vaga luna, che inargenti», «Malinconia, Ninfa gentile») e una suite d’opera comprendente (nell’originale arrangiamento di Valter Sivilotti) arie da «Il ballo in maschera», «La traviata» e «I vespri siciliani» di Verdi e da «Bohème» di Puccini.
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