I dettagli
LECCE – Confcommercio Lecce insieme a Confesercenti Lecce e Confartigianato Lecce esprimono rammarico e preoccupazione per l’intero comparto lavorativo della nautica da diporto in merito alla decisione del Consiglio dei Ministri che, di fatto, impone al Comune di Otranto lo smontaggio semestrale dei pontili galleggianti così come richiesto dalla Soprintendenza.
Tralasciando gli aspetti relativi agli enormi costi di smontaggio e rimontaggio dei pontili che finirebbero, nel giro di breve tempo, per superare persino i costi complessivi di realizzazione dell’opera, riteniamo opportuno porre l’accento sulla necessità di tutelare il settore della nautica da diporto quale opportunità per caratterizzare l’offerta turistica del Salento e strumento di sostegno allo sviluppo del territorio.
La carenza di porti e servizi per la nautica da diporto rischia di essere per il Salento, nonostante la favorevole posizione geografica, un’occasione di sviluppo sprecata e finirebbe con l’agevolare la crescita economica di tutti i principali competitor dell’area euro-mediterranea come Croazia, Montenegro, Grecia o Albania che questa opportunità la stanno già ampiamente cogliendo. Tale considerazione appare ancor più significativa alla
luce dei recenti dati economici che registrano un aumento esponenziale del valore delle esportazioni pugliesi in questo settore che si sta rivelando strategico ed in costante crescita.
La decisione di far smontare i pontili, tra l’altro, si pone in netta antitesi a qualsiasi strategia turistica basata sulla destagionalizzazione dell’offerta. In effetti, consentire la fruizione delle strutture ricettive e ristorative tutto l’anno non può prescindere dal dotare le principali mete costiere di tutte le attrezzature necessarie per consentire l’attracco di piccole imbarcazioni a vela ed a motore.
Se l’impatto ambientale dei pontili durante la stagione estiva è irrilevante, lo stesso dovrebbe valere per la stagione invernale in cui la naturalità del paesaggio del porto si sostanzia proprio nella presenza di piccole imbarcazioni, turistiche e per la pesca, al riparo dalle mareggiate. Alla luce dei fatti riterremmo opportuno un riesame della questione che porti ad una soluzione condivisa da parte di tutti gli attori responsabili della tutela del paesaggio e dello sviluppo economico del territorio.