Accogli: “Difendere l’olivicoltura salentina vuol dire preservare una ricchezza formidabile, proteggere l’ambiente e conservare la biodiversità”
LECCE – Sarà Dino Scanavino, presidente nazionale della CIA – Confederazione Italiana Agricoltori, a chiudere i lavori del seminario che avrà luogo venerdì 18 marzo, alle ore 9, presso l’Hotel Hilton Garden Inn di Lecce e che affronterà il delicato tema: “Quale futuro per l’olivicoltura salentina”.
La prima sessione, preceduta dai saluti di Benedetto Accogli (presidente APOL, Giulio Sparascio, vice presidente CIA Puglia, e Tommaso Battista, presidente Copagri Puglia, prevede la presentazione dell’attività svolta dall’APOL in applicazione del “Programma di attuazione dei Regg. UE 611-615/2014 nel triennio 2015/2018” a cura di Alberto Danese, tecnico APOL, e Enrico De Lorenzis, biologo, moderati da Luigi Caricato, direttore OlioOfficina.
La seconda sessione prevede la proposta progettuale “AGRO.LIV – Agrofarmaci naturali selettivi per l’olivo”, con un’introduzione a cura di Michele Maffia, DiSTeBA, Università del Salento, e gli interventi di Giovanni Luigi Bruno, DiSSPA, Università di Bari, Giuseppe Lima, DiAAA, Università del Molise, Emanuele Gabrieli Tommasi, responsabile scientifico Ass. Fare Territorio, Vito Murrone, presidente Multilab, e Carmelo Caforio, vice presidente Fondazione BPP “G. Primiceri” Onlus.
Ad introdurre la terza sessione, che prevede la tavola rotonda dal titolo “Quale futuro per l’olivicoltura salentina”, sarà Giuseppe Mauro Ferro, Accademico dei Georgofili, mentre a partecipare saranno Luigi De Bellis, direttore DiSTeBA, Università del Salento, Maria Lisa Clodoveo, professore in Scienze e tecnologie alimentari DiSAAT, Università di Bari, Bernardo Corrado De Gennaro, professore di Marketing dei prodotti alimentari DiSAAT, Università di Bari, Gennaro Sicolo, presidente Consorzio Nazionale Olivicoltori (CNO), Tullio Forcella, direttore generale Federolio, e Andrea Carrassi, direttore generale Assitol.
Le conclusioni, come già anticipato, saranno a cura di Dino Scanavino, presidente nazionale CIA.
In un contesto in cui la redditività è negativa per la quasi totalità degli olivicoltori del territorio e molti oliveti sono abbandonati o coltivati con la pratica colturale minima per il rispetto della condizionalità, prevista dalla PAC, si inquadra lo stato generale di crisi dell’olivicoltura salentina ulivo_sm.jpgche sconta in misura maggiore alcune decisioni che l’Unione Europea ha adottato nella precedente riforma della PAC, come l’erogazione degli aiuti diretti del primo pilastro in misura disaccoppiata dalla produzione. Ciò ha incentivato di fatto lo stato di abbandono della maggior parte dei nostri oliveti (secondo alcuni studiosi una concausa della diffusione del batterio Xylella fastidiosa associato al complesso del disseccamento rapido dell’olivo), in assenza di un equo reddito per i produttori.
Scopo, quindi, della tavola rotonda sarà quello di sensibilizzare le Istituzioni, i produttori e le loro organizzazioni a definire scelte strategiche comuni per il futuro dell’olivicoltura salentina ed iniziare ad immaginare un nuovo modello di sviluppo del territorio che tenga conto della presenza ormai endemica del batterio Xylella fastidiosa. Affinché il reclamato dover convivere con la Xylella non si trasformi in fatale rassegnazione, occorre necessariamente fare sistema creando stretti collegamenti tra ricerca scientifica, imprese, finanza ed Istituzioni, così da assecondare più efficacemente l’innovazione, indispensabile per la valorizzazione e competitività dell’olivicoltura salentina sui mercati internazionali.
Benedetto Accogli, presidente APOL, promotore del seminario, sottolinea l’importanza dell’iniziativa con queste parole “Difendere l’olivicoltura salentina vuol dire preservare una ricchezza formidabile non solo per la produzione di un bene alimentare di eccellente qualità ma anche per l’insostituibile contributo a disegnare il paesaggio, proteggere l’ambiente e il territorio e conservare la biodiversità“.