BARI – “Le discariche sono il regalo di Natale inquinante per anni persi sugli impianti di recupero energetico con o senza camino e concessi all’ideologia decrescitista fatta da totem, tabù, antiscienza e antitecnologia. Ho votato a favore del Piano perché non c’è alternativa immediata alle discariche, che sono migliaia di volte più inquinanti di un impianto di recupero energetico, per cui preferiamo il paradosso che i nostri bimbi vivano tra le discariche e non nella pulizia e nell’ambiente salubre come i bimbi di Copenaghen, Oslo, Emilia Romagna. Ma perché i nostri bimbi hanno un minore diritto alla vita salubre rispetto agli altri bimbi europei?”.
Lo ha detto il presidente della Commissione Bilancio e programmazione Fabiano Amati, intervenendo nel dibattito sul Piano dei rifiuti.
“Il giusto movimento di protesta contro le discariche diventa giustificazione per le stesse discariche se non accompagnato dall’indicazione alternativa degli impianti di recupero energetico, compresi quelli nuovi di ossi-combustione senza camino.
In Puglia sono stimate a regime 200mila tonnellate di indifferenziata dopo il trattamento meccanico biologico, depurato da residui biologici, che hanno come destinazione un’alternativa secca: discarica oppure impianti di recupero energetico.
Se solo prendiamo ad esempio alcuni impianti italiani che trattano sino a circa 700mila tonnellate annue, e penso a quello di Acerra, ci accorgiamo come in Puglia si potrebbe chiudere il ciclo dei rifiuti con un unico impianto pubblico. E sottolineo pubblico.
Invece siamo capaci di dire ‘no’ alle discariche inquinanti, giustamente, e allo stesso tempo alla sua unica alternativa non inquinante, cioè gli impianti di recupero energetico. Col risultato che come il Dott. Balanzone, la maschera bolognese, sguazziamo in un’impostura che si autolegittima. Siamo cioè senza un programma plausibile.
Ho deciso di votare a favore perché allo stato non abbiamo impianti alternativi alle discariche e spero che il Governo regionale si adoperi affinché nel giro di due anni anche in Puglia possa esserci un impianto di recupero energetico, magari con la tecnologia più moderna senza camino, così da chiudere definitivamente le terribili e inquinanti discariche.
A ciò si aggiunga che l’ostinata contrarietà all’unica alternativa agli impianti di recupero energetico aiuta a sostenere l’invio di una parte di indifferenziata da vaglio biologico a impianti di valorizzazione energetica, con camino, di proprietà privata. Cioè, quello che accade regolarmente.
Paradosso di paradosso, dunque, che pur mettendo in scena un’ideologia decrescitista e benecomunista, orientata al ‘no’ agli impianti di recupero energetico, diventa il cuore del business di privati che in regime di monopolio offrono la valorizzazione energetica con camino. Siamo cioè di fronte a un privato che, senza sua colpa ma con gaudio, si prende i benefici dell’utile d’impresa in regime di monopolio indotto dalla mancata programmazione di tecnologie da costruire e gestire con mano pubblica, senza avere il problema di dover accordare il prezzo con la più normale concorrenza.
Il problema delle discariche ci viene regalato dunque da profeti disarmati di profezie, che vorrebbero convincerci che l’ambientalismo e la tecnologia non sono un valore neutro ma solo uno strumento per sostenere improbabili ideologie politiche inquinanti.
Spero dunque che nei prossimi due anni si riesca a costruire un impianto pubblico di recupero energetico per metterci alle spalle la stagione terribile delle discariche”.
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