Il primo spumante Nero di Troia: “Ciatò” fa bollicine made in Foggia

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Prodotto a Castelluccio dei Sauri, si è già fatto apprezzare in Germania e Svizzera. La storia di Luigi “Cocciatosta”, Vincenzo emigrante al contrario, Francesco l’ambasciatore. “La verità è che questo vitigno ha potenzialità incredibili, come la Capitanata”

foggiare luigiCASTELLUCCIO DEI SAURI (FG) – E’ foggiano il primo spumante metodo classico ottenuto da uve Nero di Troia.Esiste in due versioni: il bianco “Re Luigi” e il rosato “Villa Lucia”. Sono prodotti a Castelluccio dei Sauri, dalle Cantine Ciatò. “Ciatò”, certo, pronunciato proprio come si scrive, a fare il verso allo champagne francese un po’ per gioco, un po’ per sfida. Per produrlo, e inseguire un sogno che si è trasformato in realtà, c’è anche chi ha scritto una storia di emigrazione al contrario. Vincenzo Nota è il più grande dei figli di papà Luigi e mamma Lucia. Ha 34 anni, ha girato l’Italia per lavoro, poi ha scelto di tornare a casa, dove suo padre, tre anni fa, ha deciso di trasformare in sfida imprenditoriale quella che è stata la passione di una vita: le bollicine, lo spumante. Quest’anno in commercio c’è lo spumante dell’annata 2014:affinato 24 mesi sui lieviti, con una produzione di circa 7mila bottiglie. Per la prima volta, lo spumante Ciatò ha varcato i confini, è arrivato in Svizzera e Germania. Ci è arrivato grazie a un altro componente della famiglia, Francesco, il più piccolo dei tre fratelli di casa Nota. Anche lui ha voluto provarci. Si è inventato “commerciale”, ed è andato a proporre all’estero lo spumante di casa sua, della cantina tirata su per gioco e passione da suo padre. E’ stato un successo. “Il bianco Re Luigi è stato apprezzato moltissimo da diversi intenditori abituati a bere champagne”, racconta Vincenzo. Simone, l’altro dei tre fratelli, vive in Toscana e sta portando loCiatò nella terra del Chianti.La particolarità che rende unico lo spumante Ciatòè il fatto che sia ottenuto da uve Nero di Troia, un vitigno autoctono che porta nome, storia e fragranze della Capitanata impressi nel nome. Un fatto che non ha precedenti. “Fare spumante dal nostro vitigno per antonomasia non era una sfida facile, ma la nostra famiglia a Castelluccio dei Sauri è nota col soprannome di ‘cocciatosta’”. Lo hanno scritto anche nelle note ufficiali del loro spumante. Al loro fianco, in questa impresa, hanno voluto il foggiano Luca Scapola che li ha sostenuti in qualità di consulente enotecnico. “Ciatò Re Luigi” è ottenuto esclusivamente da una selezione di uve Nero di Troia vinificate in bianco. La raccolta avviene rigorosamente a mano, alle prime ore dell’alba. Solo la parte migliore del mosto va a comporre la cuvèe. Il suo gusto è avvolgente, pieno e persistente. Ciatò Villa Lucia è anch’esso ottenuto da una selezione di uve Nero di Troia, ma la vinificazione è in rosato. Spumante dal gusto pieno, con profumi di frutta fresca e tendenza dolce. “Siamo diventati una realtà, ci siamo riusciti uscendo fuori dagli schemi, dedicandoci a qualcosa che non era mai stato provato. Il Nero di Troia ci rappresenta, esprime il nostro terroir, racconta la nostra terra”, spiega Vincenzo. “Ringrazio la mia terra e la mia famiglia per quanto, tutti insieme, stiamo riuscendo a produrre. Ringrazio Luca che ci sta dando una grande mano. Vogliamo portare il nostro spumante Ciatò ovunque ci siano persone curiose di conoscere il gusto della nostra Capitanata. Le bollicine le sappiamo fare anche noi. Siamo una terra frizzante. La verità è che il Nero di Troia è un vitigno dalle potenzialità incredibili, come la Daunia”.