I dettagli
LECCE – A luglio scorso il Comune di Lecce ha lanciato una misura specifica per l’inclusione sociale e lavorativa di persone in condizione di deprivazione economica e fragilità sociale, il “Progetto I.So.La – Inclusione Sociale Lavorativa – Cantieri per la città al servizio del bene comune”.
La misura prevede la possibilità di accedere ad un percorso di inclusione sociale della durata di un anno, nella forma del tirocinio, coadiuvando il Comune nelle attività di tutela del patrimonio pubblico, di intervento sul decoro delle aree verdi, di supporto alle attività degli uffici. Chi vi accede, sulla base di una documentata situazione economica, ha in questo modo la possibilità di svolgere per cinque ore al giorno, attività di utilità generale ricevendo la somma di 500,00 euro al mese.
Nei giorni scorsi è stata approvata con determina dirigenziale pubblicata in Albo Pretorio la graduatoria dei primi 33 ammessi ai tirocini. Contestualmente sono stati riaperti i termini per la presentazione delle domande al fine di coprire ulteriori 14 tirocini.
Possono presentare domanda residenti nel Comune di Lecce da almeno 6 mesi che siano in stato di inoccupazione o disoccupazione e abbiano una Isee familiare inferiore ai 7.500 euro euro e che non risultino già beneficiarie di altre misure di sostegno al reddito nazionali o regionali (Sia – sostegno all’inclusione attiva, Rei – reddito di Inclusione e Red – reddito di dignità).
“È un progetto che abbiamo finanziato con risorse comunali e che si rivolge a chi non è già destinatario di Reddito di Inclusione (REI) e Reddito di Dignità (RED) per allargare la platea dei cittadini cui garantire misure di sostegno; i quali vengono impegnati in attività di servizio all’interno dell’ente – dichiara il sindaco Carlo Salvemini – Mentre tanto si parla di come si debba finanziare a livello nazionale il cosiddetto Reddito di Cittadinanza – se a deficit e con rimodulazione della spesa – noi qui, pur nella limitatezza delle risorse disponibili, facciamo una scelta: quella di impiegare soldi già presenti in bilancio corrispondendoli a chi ha ne ha bisogno sottoscrivendo con loro una sorta di patto di cittadinanza”.