I dettagli
BARI – È stato presentato questa mattina, a Palazzo di Città, il progetto “Puglia come metafora”, promosso dal CIDI (Centro di Iniziativa Democratica degli Insegnanti) di Bari per promuovere la lettura e lo studio di opere di autori pugliesi apparse sulla scena letteraria nazionale negli ultimi trent’anni.
Ad illustrare gli obiettivi e le modalità del progetto a carattere sperimentale la presidente del CIDI di Bari Rosalia Gambatesa, il presidente del CIDI nazionale Giuseppe Bagni, l’assessore alle Culture Silvio Maselli e il consigliere comunale e componente del Consiglio superiore dell’Istruzione Marco Bronzini. All’incontro con la stampa è intervenuto anche il sindaco Antonio Decaro.
Per tutto l’anno scolastico 2018-19 il Cidi nazionale e il Cidi di Bari svilupperanno una parte del proprio impegno formativo nell’ambito di una ricerca sulla letteratura e sulle manifestazioni artistiche di autori nati in Puglia, che negli ultimi trent’anni, in maniera più visibile che in precedenza, sembra aver offerto a numerosi scrittori, che hanno in questa terra le loro radici, un mondo immaginario e linguistico adatto a rappresentare l’instabilità e la rudezza del sentimento della contemporaneità. E non pochi artisti, accomunati dalla nascita in questo luogo, tra la fine di un millennio e l’inizio dell’altro, hanno modulato una propria voce, contribuendo in maniera significativa a interpretare la condizione del sempre presente, che attraversa in questo momento il mondo, sia quella esperita dai singoli, sia quella attraversata dalle società.
Puglia come metafora si articolerà in tre fasi. Inizierà a fine ottobre con una tavola rotonda sul tema “Identità e letteratura”, che si terrà durante i lavori del convegno nazionale “Tutte le parole a tutti senza distinzione di lingua”, organizzato a Bari dal Cidi nazionale e dedicato a Tullio De Mauro. In questo convegno, che si svolgerà il 25 e il 26 ottobre 2018 nell’aula Aldo Moro della Facoltà di Giurisprudenza, il Cidi intende da un lato delineare un profilo della figura di Tullio De Mauro, studioso e uomo delle istituzioni scomparso lo scorso anno, tra i fondatori del Cidi, e dall’altro fare il punto sul lavoro di ricerca condotto negli ultimi trent’anni da insegnanti e esperti di didattica sulla scia della riflessione svolta da De Mauro in primis nelle “Dieci tesi per l’educazione linguistica democratica”.
Nei primi mesi del prossimo anno scolastico, “Puglia come metafora” si svilupperà con un’attività di formazione rivolta ai docenti pugliesi di lingua e letteratura italiana di quattordici scuole di tutto il territorio regionale selezionate in base al progetto. Si proporrà loro una metodologia innovativa di approccio allo studio della letteratura, che consenta loro di inserire, in un segmento della propria attività curricolare, lo studio di un’opera di un autore di origine pugliese, apparso sulla scena letteraria nazionale nell’ultimo trentennio. Insegnanti e studenti accederanno inoltre a una formazione sulla scrittura dell’intervista, per realizzare al termine del lavoro di indagine, laddove sarà possibile, un’intervista con l’autore che avrà il carattere di evento pubblico.
Nella fase conclusiva “Puglia come metafora” darà vita a una giornata di riflessione a tutto tondo sull’intensa stagione artistica, manifestatasi in Puglia negli ultimi decenni, curata dall’Università e seguita da una pubblicazione finale di atti.
Il comitato scientifico, che guida i lavori di “Puglia come metafora”, ha vagliato opere di autori che hanno le proprie origini in tutto il territorio pugliese, di genere per lo più romanzesco, variegate per temi e linguaggi. Considerando in primo luogo la qualità letteraria della scrittura, poi i rapporti tra l’opera scritta e eventuali rese cinematografiche e infine la loro appartenenza territoriale, ha selezionato i seguenti autori, di cui si sceglierà un’opera adatta all’età e alle necessità formative degli studenti: Osvaldo Capraro, Francesco Carofiglio, Gianrico Carofiglio, Carlo D’Amicis, Mario Desiati, Omar Di Monopoli, Marcello Introna, Andrea Piva, Gabriella Genisi, Nicola Lagioia, Antonella Lattanzi, Beppe Lopez, Livio Romano, Alessio Viola.
“Ho accettato con piacere di partecipare alla presentazione di questa iniziativa non solo in qualità di sindaco ma anche come presidente Anci – ha dichiarato Antonio Decaro – perché questo progetto si inserisce in un quadro di iniziative nazionali di promozione alla cultura a cui l’Anci e i sindaci stanno lavorando. L’Anci, infatti, ha un’intesa con il centro del libro del MIBACT all’interno di un cantiere comune che abbiamo chiamato “la città che legge”, attraverso cui proporre e finanziare attività di promozione alla lettura sui nostri territori. Il dato importante è che quest’anno nella finanziaria sono previsti 3 milioni di euro che vorremmo utilizzare per investire, d’intesa con la filiera del settore della lettura, per strutturare iniziative per la promozione della lettura che diventino permanenti attraverso dei bandi utili a sostenere le realtà del territorio che si occupano di valorizzare la lettura e i suoi presidi. Noi sindaci, intanto, stiamo studiando un progetto, da finanziare, che vorremmo chiamare “Città da romanzo”, che si propone di valorizzare gli autori italiani che, ambientando i loro racconti nelle nostre città, trasformano i libri in uno strumento di promozione turistica. Tante sono le città che sono diventate famose grazie a romanzi di grande successo, penso alle avventure del commissario Montalbano, ambientate in Sicilia. Se penso alla città di Bari, mi vengono in mente tantissimi autori che attraverso i loro libri hanno promosso il nostro territorio facendolo conoscere in Italia e all’estero, sicuramente Gianrico Carofiglio ma ce ne sono tanti altri.
Vorremmo quindi strutturare una sorta di premio che, a differenza degli altri premi letterari, non viene consegnato all’autore bensì al Comune che è la location scelta per il romanzo vincitore. In questo modo il sindaco e l’amministrazione potrebbero investire la somme del premio in attività di promozione della lettura e innescare così un circuito virtuoso. Questo è uno dei progetti a cui stiamo lavorando e che speriamo di riuscire a presentare alla prossima edizione del Salone del libro di Torino”.
“In questi ultimi 30 anni si è registrata un’inversione di tendenza nella tradizione intellettuale qui in Puglia – ha detto Rosalia Gambatesa – una terra storicamente legata al genere saggistico, con la pubblicazione di numerosi romanzi scritti da autori pugliesi. Ci siamo appassionati all’idea di affrontare lo studio delle opere scritte da autori nati in Puglia e affermatisi sulla scena nazionale, un fenomeno estremamente interessante sia per la qualità sia per la quantità delle opere scritte. Lo affronteremo come una porzione importante della letteratura italiana contemporanea, espressa attraverso una lingua e un immaginario che appartengono alla nostra identità territoriale, e la faremo studiare e leggere agli studenti che condividono con gli autori la medesima identità e lingua. Questo consentirà ai docenti di sperimentare una maniera innovativa di insegnare la letteratura, in quanto i ragazzi potranno ritrovare nelle opere ciò che hanno sotto gli occhi e ascoltano tutti i giorni ma trasfigurato dalla scrittura, che è poi lo specifico di ogni opera letteraria”.
“Il CIDI si occupa della scuola e della formazione degli insegnanti – ha proseguito Giuseppe Bagni – che in questo progetto saranno impegnati in un insegnamento innovativo della letteratura partendo dalla lettura delle opere da svolgere in classe. Non una formazione classica, in orari extrascolastici, ma attività di classe guidata, con una ricaduta immediata sugli alunni e sugli insegnanti. Un’innovazione concreta nel modo di far avvicinare gli studenti alla letteratura, a partire dall’esperienza toccata con mano. Questo progetto è piaciuto al CIDI nazionale perché davvero crediamo che la Puglia sia una metafora, una terra dove si è sperimentato concretamente un modo diverso di raccontare il presente, con i contrasti che lo hanno segnato e che lo segnano tutt’ora. Questo cambio deciso dalla saggistica alla narrativa che si osserva con chiarezza in Puglia credo sia latente anche in altre regioni. Il carattere territoriale del progetto non preclude in alcun modo l’interesse e la ricaduta nazionale che porta con sé. Per questo offriremo tutta la copertura e il supporto necessari”.
“Nel corso dell’800 e 900 la Puglia e la terra di Bari – ha commentato Silvio Maselli – hanno prodotto, in maniera pressoché prevalente, letteratura di natura saggistica, in particolare influenzate dall’idealismo crociano, anche in virtù della presenza della casa editrice Laterza. All’indomani della seconda guerra mondiale Bari ha espresso poi quella che è stata definita l’ ecole barisienne, ma abbiamo dovuto aspettare il 1991 per dare avvio a una nuova stagione letteraria. Il punto di inizio di una nuova tradizione che vede nella forma romanzo l’epicentro della narrazione dei nostri intellettuali si colloca proprio lì, quando improvvisamente scopriamo di non essere più solo terra di passaggio, terra di frontiera, ma diventiamo terra di approdo. Tra gli anni Novanta e i primi Duemila, con la nascita della collana della Casa editrice Laterza, trovano spazio alcuni dei nostri intellettuali più lucidi che riflettono sulle sorti della città e della regione preparando il terreno a quel tumulto che in politica prenderà la piega del cambiamento incarnato dalla Primavera pugliese. Parallelamente anche la lingua si è innovata e il cinema ha preso le misure ai processi di cambiamento in atto mettendo la Puglia al centro di un nuovo discorso possibile, aperto da Alessandro Piva con un racconto potente come quello della Capagira, che ci ha consentito di riappropriarci di quell’identità profonda veicolata proprio dalla lingua. Da lì in poi nascono una letteratura cinematografica, una letteratura narrativa, una letteratura poetica e una nuova letteratura femminile. Qualcosa di rivoluzionario. Quando il CIDI mi ha contattato per presentare questo progetto, non mi è sembrato vero poter contare su un alleato formidabile per affrontare un tema che aleggia da tempo e che gli intellettuali della città ritengono il tema da approfondire per poter venire a capo dell’eccezione pugliese. La Puglia come metafora è perciò un titolo perfettamente calzante per affrontare lo studio della nostra letteratura degli ultimi 30 anni con la sua immaginifica di creare mondi. Credo che questo progetto rappresenti una grande occasione per la nostra città”.
“Vorrei sottolineare un altro aspetto – ha concluso Marco Bronzini -. Negli ultimi anni si parla molto di scuola in questi ambienti, ma per altri motivi. Che finalmente si possa parlare e si abbia l’occasione di farlo nei luoghi della politica con riferimento alla cultura nel mondo della scuola mi sembra una passaggio importante, perché la cultura è la sostanza stessa della scuola. Purtroppo la politica spesso affronta invece ragionamenti sulla scuola di tipo speculativo e, soprattutto, finalizzati esclusivamente all’analisi delle competenze, mentre qui torniamo a parlare, finalmente, della cultura che costruisce l’individuo. Che poi è amica della politica che si occupa del benessere dell’individuo. Il fatto di essere qui, insieme al CIDI, oggi, politica e cultura, è un matrimonio felice”.
Il Comitato scientifico del progetto: Giuseppe Bagni (Cidi nazionale), Stefano Bronzini (Uniba), Emma Colonna (Cidi nazionale), Antonio d’Itollo (USR Puglia), Oscar Iarussi (Gazzetta del Mezzogiorno), Antonella Gaeta (Repubblica Bari), Rosalia Gambatesa (Cidi Bari), Marina Losappio (presidio del libro di Bari “librincittà”), Fabrizio Versienti (Corriere del Mezzogiorno).
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