La denuncia della CIA: “Riapriamo un tavolo regionale per affrontare il problema”. Lupi nel Gargano, storni in tutta la Puglia, il numero dei cinghiali cresce ovunque. Branchi di ungulati aggrediscono le radici degli alberi di frutteti e agrumeti
BARI – Lupi che attaccano gli allevamenti, storni sui campi coltivati, cinghiali capaci di vanificare le semine o di distruggere interi raccolti di legumi: è quanto continua ad accadere in tutta la Puglia, con decine di segnalazioni da parte di aziende zootecniche e imprese agricole gravemente danneggiate. Gli ultimi episodi, per quanto riguarda la Puglia, si sono verificati a macchia di leopardo in ciascuna delle 6 province della regione. La questione della convivenza con i lupi è più volte stata sollevata soprattutto nel Gargano e sui Monti Dauni, in provincia di Foggia, nelle zone rurali ubicate non lontane dai rilievi del Promontorio e dell’Appennino Dauno. La scorsa settimana, a Lucera in località San Giusto, due asinelli sono stati sbranati. Attacchi di lupi si sono verificati nella parte settentrionale della provincia di Brindisi. I cinghiali, invece, sono tornati recentemente ad agire nel Barese e in provincia di Taranto, dove branchi di ungulati hanno scavato buche profonde fino a 50 centimetri per attaccare le radici di un agrumeto.
“Le declinazioni provinciali della nostra organizzazione stanno segnalando la questione da tempo, anche attraverso veri e propri dossier che documentano gli effetti negativi della presenza incontrollata della fauna selvatica sul territorio“, ha dichiarato il presidente regionale di CIA Agricoltori Italiani della Puglia, Raffaele Carrabba. “Abbiamo avanzato le nostre proposte alla Regione Puglia per cominciare ad affrontare strutturalmente la questione“, ha aggiunto Carrabba.
“La necessità di passare dal concetto d’indennizzo a quello di un risarcimento vero e proprio, adeguato al ristoro dei danni effettivamente subiti, è soltanto una delle questioni sul tavolo: occorre monitorare il numero, la crescita e la presenza degli animali selvatici, poter contare su una ricerca approfondita che rilevi anche i comportamenti delle diverse specie animali, i loro spostamenti, le abitudini nutrizionali, così da poter capire come affrontare il problema, con quali misure e con un programma di azioni volte a limitare al minimo l’impatto negativo della fauna selvatica sulle aziende agricole e zootecniche“, ha proseguito il presidente regionale di CIA Puglia.
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