BARI – Si sono rivolti alla nostra Associazione un centinaio di psicologi e psicoterapeuti della Vostra Regione chiedendo modalità per contrastare legalmente questa imperativa e vessatoria presa di posizione della normativa statale emanata con decreto legge e dell’Ordine professionale di appartenenza in relazione alla vaccinazione anticovid-19.
Nella direttiva emessa da tutti i Consigli dell’Ordine degli psicologi d’Italia si legge chiaramente che “il soggetto che non si vaccinerà sarà sospeso dalla possibilità di esercitare la professione”.
Una richiesta – sostiene l’Associazione Giustitalia (www.associazionegiustitalia.it) che sta raccogliendo le adesioni degli psicologi,psicoterapeuti e psichiatri coinvolti per una petizione al Ministero della Salute – non solo illegittima e vessatoria, ma anche di poco “buon senso” ed utilità sociale.
Innanzitutto la professione di psicologo e di psicoterapeuta non rientra tra le professioni sanitarie in senso stretto, quindi non sussiste, assolutamente, una necessità pratica e, tantomeno, un obbligo, alla vaccinazione anticovid.
In secondo luogo, prevedere la sanzione disciplinare in astratto più grave per un professionista (quale è la sospensione dall’esercizio della professione stessa) per un soggetto che semplicemente esercita un suo diritto costituzionalmente tutelato, significa violare i principi costituzionali fondamentali.
L’art. 32 della nostra Carta costituzionale prevede, infatti, che “nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge (salvo i casi particolari di T.S.O. che è consentito solo in presenza di cure o terapie che, al più, prevedono effetti collaterali lievi e per i quali sono garantiti anche risarcimenti, esplicitamente non previsti nel caso del vaccino anti Covid.)”.
Orbene la norma richiamata – erroneamente – dalla circolare dell’Ordine degli psicologi non fa alcun riferimento, espresso o tacito, a chi esercita la professione di psicologo o psicoterapeuta.
I legali dell’Associazione Giustitalia sostengono che gli psicologi sono
“costretti a sacrificare il proprio diritto alla salute e la propria libertà di autodeterminazione, piegandosi ad un obbligo liberticida ed oppressivo delle opinioni differenti da quelle maggioritarie“.
Di fondamentale importanza è poi la considerazione fatta già valere dinanzi a molti ordini professionali con una pec nella quale si dichiara che l’esercizio della professione, nella fattispecie le sedute psicoterapiche, avverranno solamente tramite skype od in telecomunicazione.