E’ auspicabile, infatti, che le aspettative create dal D. Lgs 91 del 20 giugno 2017, convertito in legge n. 123 del 3 agosto 2017, che le ha istituite, trovino adeguato riscontro in tempi brevi.
E’ noto che l’Italia ha adottato questo strumento per dare al Mezzogiorno, in particolare, e a tutto il territorio nazionale, una “boccata di ossigeno” all’economia, che a causa di crisi industriali, come ad esempio quella riguardante l’ex Ilva, sta vivendo un periodo critico, ulteriormente aggravato alla crisi economica causata dalla pandemia COVID – 19.
Riconosco la positività dei finanziamenti ad oggi deliberati, quali i 250 milioni utili ad incentivare la crescita dimensionale delle imprese, i 207 milioni – stanziati dal Decreto Mezzogiorno – per il credito di imposta e i 300 milioni, per i grandi investimenti in cui interviene un soggetto terzo, un venture capitalist, finanziati col Decreto Crescita.
Tuttavia, ad oggi restano inevase alcune fondamentali richieste di chiarimento già inviate al Governo centrale.
Esse riguardano il ruolo del Comitato di indirizzo circa la verifica, riguardo a ciascuna impresa, dell’avvio del programma di attività economiche, la tempistica prescritta al Comitato per proporre la perimetrazione delle zone franche doganali, che appare troppo stretta, e la possibilità di escludere dalle aree ZES quelle interessate dal sistema viario, onde riutilizzarle per ampliare e razionalizzare le aree logistiche previste.
Si tratta di sciogliere alcuni nodi burocratici, apparentemente di minore importanza, ma che nei fatti possono ritardare gli obiettivi di fondo della ZES Jonica, a partire dall’intercettare l’interesse da parte cinese per le ZES del Mezzogiorno, che riguarda soprattutto la possibilità di contribuire al potenziamento del ruolo di piattaforme logistiche utili al grande progetto della Via della Seta.
Ciò, senza trascurare gli altri obiettivi strategici, come la valorizzazione delle eccellenze italiane nel settore scientifico e dell’innovazione e il rafforzamento delle piccole e medie imprese aprendole ai processi di internazionalizzazione, con lo scopo di integrare la dimensione economico-commerciale con la proiezione della cultura italiana all’estero”. Lo dice l’assessore Mino Borraccino.
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