FP Cgil Foggia: “Nostri allarmi inascoltati e questo è l’epilogo, Istituto devastato e fuori controllo”. E’ ancora diminuito il numero degli agenti di polizia penitenziaria in servizio nella struttura. A volte il carcere di Foggia e i suoi 650 detenuti sono sorvegliati da pochissime unità
FOGGIA – “Il coronavirus non c’entra niente, la paura del contagio c’è ma le questioni in campo sono altre. Gli allarmi che abbiamo lanciato sul carcere di Foggia sono rimasti inascoltati, e quello di oggi è l’epilogo di una situazione senza più rimedio“. E’ Mario La Vecchia, segretario FP Cgil Foggia, a tornare sulla rivolta nel carcere foggiano. “L’Istituto è stato devastato ed è ancora controllato dai rivoltosi“, ha aggiunto Gennaro Ricci, coordinatore Polizia Penitenziaria FP Cgil Foggia. “I detenuti non sono rientrati nelle celle. Non abbiamo avuto la possibilità di contare i reclusi all’interno della struttura, ma di sicuro una parte dei circa 70 evasi è ancora fuori dal carcere, probabilmente almeno una ventina di loro“, ha spiegato Ricci. Nella rivolta, non ci sono state persone ferite. Alcuni detenuti hanno accusato malori e sono stati trasferiti in ospedale. Tra gli evasi, c’è stato anche chi è tornato spontaneamente. “La situazione è ancora aperta. Quello del coronavirus è un pretesto, basti pensare che a Foggia i colloqui tra i reclusi e i loro familiari si stanno facendo normalmente e senza particolari restrizioni“, ha spiegato La Vecchia. “La verità è che i detenuti si sentono impuniti e, attraverso queste rivolte, cercano di forzare la mano su provvedimenti che svuotino le carceri“, ha aggiunto Gennaro Ricci, coordinatore Polizia Penitenziaria FP Cgil Foggia.