SANNICANDRO DI BARI – Scomparso nel 2001 a cento anni, il francese Marcel Mule aveva contribuito sin nella prima metà del Novecento ad elevare il sassofono, in uso nel mondo militare, a rango di strumento accademico. E dai Tableaux de Provence per lui scritti nel 1955 da Paule Maurice, compositrice e docente all’École Normale de Musique di Parigi, prende il titolo il concerto al quale l’Eclectic Duo formato dal sassofonista Francesco Loiacono e della pianista Lucrezia Merolla darà vita martedì 7 novembre (ore 20), nel Castello Normanno Svevo di Sannicandro di Bari, per il festival Anima Mea nel quale trovano spazio declinazioni contemporanee dell’antico accanto a finestre sulla modernità.
Il concerto, che oltre ai Tableaux de Provence di Paule Maurice propone pagine del cinquantatreenne pianista turco Fazil Say (Suite op. 55), di Claude Debussy (Rapsodie pour saxophone et orchestre nella versione originaria con accompagnamento del pianoforte) e Béla Bartók (Romanian Folk Dances), verrà aperto da una lettura dell’attrice Nunzia Antonino tratta dal romanzo capolavoro «Lo straniero» dello scrittore e filosofo francese Albert Camus.
Dunque, si parte con i Tableaux de Provence, inizialmente composti per orchestra, ma spesso eseguiti con l’accompagnamento del pianoforte, proprio come nella registrazione realizzata dal 1957 da Marcel Mule, pioniere del quartetto di sassofoni e promotore delle opere di Ibert, Honegger, Milhaud e altri ancora. Marcel Mule servì nell’esercito e suonò nella banda della Guardia Repubblicana. E grazie al suo stile impeccabile, divenne l’unico sassofonista ad essere invitato dall’Opéra Comique per esecuzioni che prevedevano il sassofono, tra cui l’opera «Werther» di Massenet.
A sua volta Fazil Say, prodigio del pianoforte, ha sempre affiancato all’attività concertistica quella di autore, fondendo la musica classica con elementi della tradizione turca. In particolare, le sue composizioni fanno spesso riferimento a opere letterarie del più importante poeta turco dell’epoca moderna, Nâzim Hikmet, e di altri letterati. Ed è anche noto l’impegno politico e sociale di Fazil Say, prima condannato per un tweet ritenuto blasfemo, poi diventato tra i sostenitori (anche con un’opera pianistica) della rivolta del Gezi Park di Istanbul, che da protesta ambientalista si è trasformata in dissenso nei confronti del governo autoritario di Erdogan.
Completano il programma la Rapsosdie che Debussy compose nel 1911 su richiesta della sassofonista Elise Hall, pur non vedendo di buon occhio l’idea di scrivere per questo strumento, e le Romanian Folk Dances che Bartók scrisse per pianoforte nel 1915 (e orchestrò due anni dopo) basandosi sulle melodie suonate al violino nelle contrade della Transilvania.
Per ulteriori dettagli sul programma, info su biglietti e prenotazioni www.lamoroso.it/animamea.
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