Trevisi (M5S): “Puntare sulla green economy per cambiare rotta”
LECCE – Secondo le previsioni demografiche dell’Istat, l’Italia invecchia irreversibilmente e il Sud, da qui al 2065, rischia di svuotarsi con 1,1 milioni di individui che faranno le valigie. Tra meno di cinquant’anni le regioni settentrionali accoglieranno il 71% dei residenti, mentre nel Mezzogiorno rimarrà il restante 29 per cento composto soprattutto da coloro più avanti con l’età.
Interviene in merito Antonio Trevisi, portavoce in Consiglio regionale per il M5S: “La nuova migrazione interna – dichiara – mette in gioco dimensioni complesse che riguardano l’organizzazione e la qualità dei servizi, la sanità, innanzitutto, il sistema di istruzione, l’aspirazione a veder riconosciuto il proprio talento. Se le migrazioni interne hanno ripreso così intense il loro corso è innanzitutto conseguenza del fatto che il Sud, in questi vent’anni di vita pubblica italiana, è letteralmente scomparso alla coscienza del Paese. Dobbiamo evitare che tutte le nostre migliori menti giovani del Sud continuino a scappare al Nord o all’estero e per farlo è necessario puntare sulla green economy e su un nuovo modello energetico nazionale il cui sviluppo deve partire dal Mezzogiorno d’Italia che ha condizioni meteorologiche più favorevoli. La green economy potrebbe salvare, nei prossimi anni, migliaia di vite umane esposte, nel nostro Paese, al rischio di morte prematura per effetto dell’inquinamento. E, ancora, permetterebbe di creare in Italia oltre 485 mila nuovi posti di lavoro, al netto dei 164.419 persi nel settore dei fossili. Per palesare tutto ciò – conclude Trevisi – bisogna lavorare duramente e prevedere lo sviluppo di un nuovo modello basato sulla generazione distribuita e sull’autoproduzione da fonti rinnovabili, l’unico che consentirebbe agli enormi flussi di denaro, oggi concentrati nelle mani di pochi soggetti, di essere distribuiti a tutti i cittadini creando ricchezza e nuovi posti di lavoro per sviluppare in modo sostenibile le regioni che storicamente sono in ritardo e che vedono oggi nell’innovazione l’unica strada per un duraturo rilancio dell’economia e un vero riscatto sociale.”
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