A Palazzo Pesce ,dal 27 marzo al 22 maggio, da Bach ai «tableaux vivants» caravaggeschi sei appuntamenti all’insegna della trasversalità.Domenica prossima la rassegna prenderà il via col violoncellista Francesco Mariozzi e il pianista Andrea Bacchetti
MOLA DI BARI – Astor Piazzolla scrisse le «sue» Quattro Stagioni. E l’Agìmus, che nel segno del compositore argentino aveva chiuso l’inverno con un recital dell’attrice Laura Morante, domenica 27 marzo , alle ore 20.00, a Palazzo Pesce, apre la primavera con un concerto da camera durante il quale il violoncellista Francesco Mariozzi e il pianista Andrea Bacchetti arriveranno al padre del «tango nuevo» partendo da Bach. S’intitola «SetteOttoNoveCento» ed è il primo di sei appuntamenti in programma sino al 22 maggio, tutti all’insegna di una trasversalità che già da sola fa parte del Dna della musica, per sua natura incline alle contaminazioni. Non solo quelle che producono meticciati, ma anche gli incroci che forniscono nuova linfa a idiomi dalle radici secolari, facendo in modo che il colto si nutra del popolare, e viceversa. Sarebbe altrimenti difficile spiegare la bellezza di certe creazioni di Bach o Brahms, che al banchetto del popolare si sono sfamati.
E questa è la cifra ispiratrice del concerto inaugurale nel quale il violoncellista Francesco Mariozzi e il pianista Andrea Bacchetti spaziano da Bach a Piazzolla. A seguire, si aprirà una finestra sull’universo Barocco attraverso un incontro plastico tra suoni e arti visive nel doppio appuntamento del 2 aprile (ore 18 e 21) al Teatro van Westerhout, dov’è in programma «Caravaggio e i Caravaggeschi», spettacolo con le musiche eseguite dalla Nuova Orchestra Alessandro Scarlatti di Napoli a fare da colonna sonora ai «tableaux vivants» del gruppo Teatri 35 dedicati ad alcuni capolavori non solo di Caravaggio ma anche di altri grandi pittori del Seicento.
Nella dimensione da camera dell’intera stagione, il 24 aprile (ore 20.30, Teatro van Westerhout) c’è spazio anche per un curioso «Concerto a menu» attraverso il quale scoprire estratti da opere per piccolo organico di Grieg, Elgar, Beethoven e Carlos Gardel, il volto più genuino del tango. Brani che il violinista Lorenzo Parisi e il pianista Giuseppe Maiorca hanno selezionato spaziando tra colto e popolare, binomio al quale non sfugge nemmeno il recital «Romantic Songs» approntato dal Trio Opera Viwa con non poche incursioni nel mondo del musical, del jazz e della canzone americana, come si potrà verificare il 30 aprile (ore 21, Teatro van Westerhout).
Davvero particolare, poi, la proposta del 7 maggio (ore 21, Teatro van Westerhout) del quintetto di violoncelli Apulia Cello Ensemble che, con il controtenore Maurizio Di Maio, esplora nel progetto «Vox» non solo il repertorio dei castrati, ma arriva a toccare l’Ottocento di Verdi e il Novecento di Rota mettendo in risonanza il canto col suono strumentale considerato il più vicino a quello della voce umana, in un afflato corale che potrebbe definirsi a suo modo «a cappella».
Tuttavia, è forse con il concerto conclusivo, in programma il 22 maggio (ore 20.30, Teatro van Westerhout), che si esprime più compiutamente quel sincretismo culturale al quale ambisce l’intera programmazione primaverile, nella quale il Contamination Open Ensemble s’inserisce col recital «Borderline. Oltre i confini» non solo mettendo in comunicazione autori tra i quali è possibile trovare punti di contatto, da Claude Bolling a Chick Corea, ma anche aprendo la performance alla partecipazione attiva del pubblico, con l’introduzione di un elemento tipicamente pop in una proposta di per sé legata al mondo della classica.
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