“Sembra sempre impossibile, finché non viene realizzato”. (Nelson Mandela)
Slow Food Grottaglie Vigne e Ceramiche scende in campo per un progetto di solidarietà: finanziare un orto in Africa, a Saint Vincent (Uganda), in collaborazione con la Fondazione Slow Food per la Biodiversità onlus. L’iniziativa “Slow Food for Africa” sarà illustrata nella serata del 15 ottobre, alle ore 20, nella masseria Rosario di Nicola Motolese (sp 83 Grottaglie-Monteiasi), in un incontro in cui interverranno Marcello Longo, presidente Slow Food Puglia e consigliere della Fondazione, Franco Peluso, fiduciario della condotta Slow Food Grottaglie Vigne e Ceramiche, il sindaco di Grottaglie Ciro D’Alò, le aziende e i professionisti che hanno collaborato all’iniziativa. Ospite della serata sarà Yaya Touray che, arrivato giovanissimo a Grottaglie dal Gambia, ha trovato accoglienza, amicizia e un lavoro che gli consente di sostenere i familiari che vivono in Africa. L’evento è patrocinato dal Comune di Grottaglie e dall’Istituto alberghiero Mediterraneo di Pulsano. Slow Food Grottaglie Vigne e Ceramiche ringrazia il titolare della masseria Rosario e di Tenute Motolese Nicola Motolese per aver scelto di ospitare l’iniziativa.
Ha dichiarato il fiduciario della Condotta Slow Food Grottaglie Vigne e Ceramiche Franco Peluso: “Sul finire del 2018, ci eravamo posti un obiettivo: raccogliere fondi per un’iniziativa benefica in favore dei più giovani. Per raggiungerlo, avevamo deciso di realizzare un calendario con l’aiuto di alcuni nostri soci che si fossero resi disponibili a collaborare. L’idea iniziale si è concretizzata con una grande rete di collaborazione che ci ha consentito di sposare uno dei progetti cardine della Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus: finanziare la realizzazione di un orto in Africa. Quando ci è stata data la possibilità, non abbiamo esitato a scegliere un orto scolastico per la scuola primaria di Saint Vincent in Uganda. Si tratta di una piccolissima comunità nel villaggio di Nabigasa, sottocontea di Nabigasa, distretto di Rakai, Uganda meridionale. L’idea della Fondazione di realizzare diecimila orti ‘buoni, puliti e giusti’ nelle scuole e nei villaggi africani significa garantire alle comunità cibo fresco e sano, ma anche formare una rete di leader consapevoli del valore della propria terra e della propria cultura per essere dei protagonisti del cambiamento e del futuro del continente africano. Siamo orgogliosi di poter dare il nostro piccolo contributo e ringraziamo tutti coloro che ci sostengono e, in particolare, chi ha creduto in questo progetto che speriamo possa continuare negli anni”.
L’attenzione per il territorio, la valorizzazione della biodiversità e dei prodotti locali, secondo la filosofia del “buono, pulito e giusto”, la scelta di perseguire una filosofia di vita ecologica e rispettosa delle tipicità del territorio, della natura e dell’ambiente, si coniuga, questa volta, con l’opera di beneficenza e solidarietà. “Un orto è una goccia nel mare rispetto ai problemi con cui si confronta l’Africa ogni giorno, ma se di questi orti ce ne sono cento, mille, diecimila, e tutti insieme dialogano e si sostengono, il loro impatto cresce. Insieme, possono trasformarsi in un’unica voce: contro il land grabbing, gli ogm e l’agricoltura intensiva, a favore dei saperi tradizionali, della sostenibilità e della sovranità alimentare; possono rappresentare una speranza per migliaia di giovani”. Per realizzare diecimila orti è fondamentale costruire e formare una rete di leader africani. Per questo, la Fondazione Slow Food è impegnata a sostenere il lavoro dei coordinatori locali, ad ampliare la rete di tecnici africani (agronomi e veterinari), a organizzare scambi di esperienze, a finanziare borse di studio per giovani africani (nell’Università di Scienze Gastronomiche).
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