Stoccaggio rifiuti radioattivi in Puglia: il no unanime del Consiglio Regionale

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BARI – Unanime il parere del Consiglio Regionale sulla questione rifiuti radioattivi.

Nella seduta odierna in maniera compatta e prescindendo dai diversi credo ed appartenenze partitiche, abbiamo approvato la mozione urgente proposta dall’Ufficio di Presidenza, firmata e condivisa da tutti i capigruppo, sulla localizzazione del deposito nazionale di stoccaggio per le scorie nucleari.

Sono soddisfatto, riferisce Giuseppe Tupputi, consigliere del gruppo ‘Con’ di aver assistito ad una unanimità di intenti da parte dell’intera Assise regionale che ha così manifestato la assoluta e profonda contrarietà al nulla osta del Governo, attraverso cui la SOGIN (società pubblica di gestione del nucleare, incaricata allo smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione e della messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi), si attiverebbe per lo stoccaggio in 70 comuni italiani, individuando in Puglia i territori di Gravina di Puglia (Ba), Laterza (Ta) e Altamura (Ba).

Nello specifico con la mozione odierna – continua Tupputi – il Consiglio Regionale impegna la Giunta a partecipare alla consultazione pubblica in corso e a nominare una Cabina di Regia regionale che, insieme ad ANCI, all’Università e alle organizzazioni di categoria, possa dare supporto tecnico, scientifico e giuridico ai comuni interessati dal progetto, affinchè, insieme al personale tecnico della Regione, nei sessanta giorni decorrenti dal 5 gennaio 2021, siano predisposte le osservazioni necessarie da presentare alla Sogin.

Un obiettivo comune nell’interesse dell’intera collettività, che ci vedrà impegnati con atti concreti al fine di scongiurare un’operazione scellerata che impatterebbe in modo devastante sullo sviluppo sostenibile della nostra terra.

Il nostro ruolo di amministratori – conclude il consigliere Tupputi – ci impone il dovere di parlare ed agire in nome dell’intera popolazione pugliese ed è per questo che come gruppo CON, non permetteremo di veder calpestati diritti fondamentali come quello alla salute del territorio e di chi lo abita.

Punto essenziale che suggella la ferma determinazione ad un NO corale e incontrovertibile di cui il governo centrale non potrà non tener conto.