Da stasera le proiezioni pubbliche
BARI – Questa mattina Rubidori Manshaft e Paola Tripoli, ideatrici e curatrici del progetto, accompagnate da Giulia Delli Santi, responsabile attività teatrali Teatro Pubblico Pugliese,
hanno consegnato al sindaco Antonio Decaro il montato di Su l’Umano sentire (Cap. 5) “Souvenir di Bari. Ricordo di Bari”, che contiene il sentire dei baresi documentato in 80 ore di interviste ai cittadini.
Si tratta del materiale che sarà proiettato a partire da questa sera e nel weekend in alcuni luoghi della città: un’installazione teatrale per video e parole inserita nella stagione del Comune Bari 2017_18-Teatro Pubblico Pugliese come progetto speciale per Bari.
Una ricerca che si muove di città in città attraverso i racconti dei suoi abitanti toccando alcuni temi caldi, nodi e questioni cittadine.
“Quest’idea di dare la parola ai cittadini per indagare, attraverso le loro testimonianze dirette, il concetto di identità dei baresi, ci aiuta a capire quale percezione abbiano le persone, di età ed estrazione sociale e culturale differenti, della nostra città – ha dichiarato il sindaco Antonio Decaro -. Una città che ha molti volti e molte anime ma mantiene un legame ancora vivo con la tradizione. Ringrazio il TPP e le Officine Orsi per questo percorso di ricerca che ci offre importanti spunti di riflessione restituendoci un’immagine inedita di Bari attraverso gli occhi e le voci di chi questa città la vive ogni giorno”.
“Stiamo sperimentando per Bari, insieme all’assessorato alle Culture, nuovi progetti per la città, che coinvolgano i cittadini anche oltre il teatro normalmente inteso – ha sottolineato Giulia Delli Santi – . Questo di oggi è anche un dono al sindaco, fornire uno sguardo scevro da statistiche ma forte del cuore dei baresi, tutto rivolto al pubblico che vive così una esperienza nuova, itinerante, in cui potrà riconoscersi, in un rapporto di sicuro effetto scenico”.
Questo il calendario delle proiezioni:
Venerdì 11 maggio
Ore 19.30 – 20.45 – 22.00
Oratorio Redentore – Libertà
Sabato 12 maggio
Ore 19.30 – 20.45 – 22.00
Scuola Balilla – Madonnella
Domenica 13 maggio
Ore 19.30 – 20.45 – 22.00
Piazza della Torre – Torre a Mare
Su l’UMANO sentire
Souvenir di Bari. Ricordo di Bari (cap.5)
creazione: Officina Orsi
concetto e direzione: Rubidori Manshaft, Paola Tripoli
testi: Roberta Dori Puddu
voce: Roberto Corradino
montaggio video: Rubidori Manshaft
post produzione audio video: Fabio Cinicola
riprese video in loco: Marco Ranieri
cura della produzione: Clarissa Veronico
produzione capitolo 5: Officina Orsi con il sostegno di Pro Helvetia, Fondazione Svizzera per la cultura – Città di Lugano – Hernst Gohner Stiftung
collaborazione: Accademia del Cinema di Enziteto; Spazio 13 Bari; Punti Cospicui; Tindaro Granata
IL REPORT
Souvenir di Bari è il capitolo 5 di un contenitore più grande a cui lavoriamo ormai da due anni: Su l’UMANO sentire. Una ricerca che si muove di città in città e attraverso i racconti dei suoi abitanti tocca alcuni temi “caldi” , alcuni nodi, di volta in volta concordati con il committente.
Raccontare è un’occasione per fare memoria, del passato per chi è avanti con gli anni, e del presente per chi è più giovane. La memoria trae spesso in inganno, è capace di recuperare ricordi veri ma anche ricordi di altri, ricordi inventati, miti e falsi miti. Eppure attraverso quelle memorie si ricostituisce una comunità, una piccola grande famiglia che chiede un rapporto con le proprie radici, che chiede di non dimenticare e di non essere dimenticata.
L’Assessore alle Culture del Comune di Bari ci aveva chiesto di interrogarci sull’identità della città, di capire insieme ai suoi abitanti cosa significasse essere baresi, quale fosse il cuore pulsante di questo capoluogo di regione in virtù anche dei forti cambiamenti della storia economica e politica recente. Ci aveva presentato una città con una forte radice mediterranea, una tradizione popolare e mercantile, ma anche una città cannibalizzata dalla speculazione edilizia, allontanata dal suo mare, prigioniera delle sue stratificazioni sociali. Ci risuonava d’altra parte anche un certo folklore, veicolato dal cinema, dalla televisione, dai social media: il dialetto, la cucina, la fama negativa di alcuni luoghi.
Siamo arrivate senza sapere cosa ci aspettava, con il desiderio di sorprenderci, di conoscere la città attraverso la comunità e sopratutto al di fuori dei luoghi comuni.
Abbiamo vissuto Bari pensandoci esploratori curiosi, frequentandola con le nuove consegne assunte da chi abbiamo incontrato, scoprendola con la guida di chi ci vive e la memoria chi se ne è andato.
Abbiamo scoperto che Bari è una città che si pensa fortemente per quartieri, che prima dell’appartenenza all’intera comunità c’è l’appartenenza al quartiere, che è a sua volta una famiglia nella famiglia, un luogo dove ci si conosce, in qualche modo ci si può fidare. Abbiamo scoperto i legami con la tradizione, a volte radicali altre volte più blandi, modernizzati, insieme a una percezione di dinamicità e imprenditorialità. Abbiamo avvertito un legame, una sorta di cordone ombelicale irrescindibile che alimenta la voglia di tornare o l’impossibilità di partire; l’amore orgoglioso per alcuni luoghi e l’indifferenza verso altri, quasi non appartenessero alla città, quasi fossero terra di nessuno. Abbiamo indagato il rapporto con Barivecchia, isola nell’isola, orgoglio storico architettonico, mito e matrice che però solo in pochi conoscono davvero, narrazione della propria narrazione se non per chi ci abita e continua a sentirsi slegato dal resto della città, orgogliosamente “a parte”. Abbiamo incontrato superstizioni e fedi, radici piantate saldamente nel Sud e voglia di cambiare, di evolvere, sacche di povertà e successi professionali da perfezionare altrove.
Nel viaggio ci hanno dato “casa” l’Accademia del Cinema di Enziteto e Spazio 13, ma anche i bar, le pizzerie, gli autobus, i taxi, le parrocchie e tutti quelli che si sono fermati a parlare facilmente e con il piacere di raccontarsi.
Età, culture, storie diverse ci hanno raccontato la città del presente e la città del passato in un rimando di ricordi, tradizioni, modi di fare e di pensare che poco alla volta hanno ridisegnato una nuova mappa della città, personale e collettiva.