I dettagli
BARI – È nata proprio durante questo periodo di Covid-19, esattamente venerdì 6 marzo, la Fondazione Synapsis, creata a seguito della più che valida e proficua esperienza delle Reti Civiche Urbane Picone Poggiofranco, con vari ambiti di intervento rivolti principalmente ai bisogni sociali, senza scopo di lucro e con particolare attenzione al benessere del territorio.
“A metà tra un’associazione e una fondazione stereotipata – ha spiegato la vice presidente Serena Ambrosi – la nostra organizzazione è di partecipazione. Essa differisce dal modello classico perché mette in rete i soci, che sono plurimi e sono diversificati tra loro, cioè possono essere privati, professionisti, associazioni, società o enti”.
La fondazione Synapsis, dunque, vuole essere un contenitore che mette insieme risorse, idee, energie e progetti, per cogliere le possibilità che il territorio offre e ridistribuire il patrimonio di cui disporrà, attraverso un percorso di bilancio partecipativo. La nuova organizzazione agirà prevalentemente nel territorio della Città Metropolitana di Bari, con l’obiettivo di rappresentare un ideale hub al quale tutti potranno avvicinarsi, fortemente interconnessa col territorio ed i suoi bisogni. I beneficiari, da individuare non unicamente negli aderenti delle associazioni della Rete Civica Urbana di Picone-Poggiofranco, secondo un approccio tanto pragmatico quanto olistico, potranno innescare tutte quelle attività, materiali e immateriali, che possano produrre un riconoscibile e diffuso benessere, sempre nel rispetto dei vincoli statutari e previa condivisione delle finalità non lucrative e di pubblica utilità della fondazione. Il nome stesso della Fondazione spiega le sue finalità. Il termine greco richiama espressamente al contatto, all’interconnessione ma anche, più marcatamente, all’accezione scientifica ed anatomica. La sinapsi è una struttura altamente specializzata che consente la comunicazione delle cellule dei neuroni con altre cellule, la sinapsi è, dunque, il punto di contatto, di interconnessione attraverso cui si trasmette l’impulso nervoso.
“Il nome non è un caso, c’è stato uno studio dietro. Vogliamo connettere in modo che il territorio possa trarre beneficio della messa in rete delle varie realtà. Dalla Fondazione saranno trasmessi flussi positivi ed empatici che si propagheranno alle altre cellule che compongono il corpo, la mente, l’anima della nostra comunità”.
La malattia Covid-19 ha fermato i primi progetti da realizzare in favore della comunità, ma sta dando un’energia maggiore ai soci fondatori. In attesa dei cambiamenti, infatti, la fondazione punta a realizzare una grande campagna di iscrizione di nuovi e diversificati soci da mettere in rete.
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