Tra l’altro, oltre a sviluppare e articolare negli anni il proprio intervento nella fascia comprendente gli studenti delle scuole medie e degli istituti superiori, il Crest ha allargato i propri orizzonti ad altre fasce d’età, inclusi gli anziani, sempre più a rischio ludopatia in situazioni di precarietà sociale ed economica, nonché di fragilità delle motivazioni e dell’autostima. Per questo le parrocchie, oltre ai centri per anziani, hanno mostrato grande interesse al progetto, collaborando per la promozione e realizzazione di incontri a partire dagli adulti e dagli anziani.
Ed è proprio per questo motivo che il Crest propone «Ludo Mannaro» nella parrocchia Regina Pacis di Lama, dove in forma di narrazione Giovanni Guarino racconterà le difficoltà, i disagi e i drammi di chi finisce nel tunnel del gioco d’azzardo patologico ritrovandosi la vita stravolta già a partire dalla fatidica «prima volta». E non è nemmeno un caso che la vicenda narrata sia ambientata durante le feste natalizie, quando la tentazione del gioco si fa più forte. Protagonista è un operaio dell’ex Ilva, che con i compagni di reparto acquista un biglietto del Gratta e Vinci. Ma al momento di raschiare il cartoncino, la sfortunata tuta blu, sbeffeggiata dai compagni per non aver trovato nulla sotto le caselle argentate, proverà un fortissimo sentimento di frustrazione e reagirà dandosi un’altra possibilità.
«Ritenta e sarai più fortunato», recita il detto. E così l’operaio, dopo aver acquistato con i colleghi un solo biglietto, comincia a rincorrere una personale rivincita, acquistando un Gratta e Vinci dopo l’altro. Riuscirà persino a vincere duemila euro. Ma proprio dopo aver trovato il tagliando fortunato si convincerà di poter grattare una vincita ancora più grossa, quella che gli cambierà la vita. Invece, sarà la vita a cambiare lui e a farlo diventare nel giro di una sera un ludo mannaro, un giocatore d’azzardo patologico, un gap, come vengono definiti con un acronimo gli scommettitori compulsivi malati di gioco. Un attimo e si finisce nella spirale dei debiti e dell’usura, della degenerazione delle relazioni familiari, del vittimismo e dei pensieri estremi. Ma di colpo può anche capitare la fortuna di incontrare una struttura del SerD nella quale fare un’ultima scommessa. E, come in una rappresentazione teatrale, ritrovarsi dentro una storia con un finale completamente aperto.
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