Nella Sala Conferenze del Dipartimento Jonico UNIBA l’evento dal titolo “L’eredità della politica estera di Aldo Moro nella prospettiva del Manifesto per una teologia dal Mediterraneo”
TARANTO – Giovedì 9 maggio, data del 46° anniversario della morte di Aldo Moro, si terrà il seminario: “L’eredità della politica estera di Aldo Moro nella prospettiva del Manifesto per una teologia dal Mediterraneo”. L’evento si svolgerà dalle ore 9 alle ore 12 nella Sala Conferenze (ex chiesetta) del Dipartimento Jonico UNIBA, in Via Duomo 259, a Taranto.
Il seminario è organizzato dal Dipartimento Ionico in sistemi giuridici ed economici del Mediterraneo società, ambiente culture, la Camera di Commercio Brindisi-Taranto e il Centro di Cultura G.Lazzati, con il coinvolgimento dei locali luoghi morotei: Liceo Archita e Convento di San Pasquale .
Prendere le mosse dal recente Manifesto per una teologia dal Mediterraneo, evento di grande portata geopolitica e di coinvolgente impegno di ripresa interdisciplinare dei saperi e del sapere è porre la sfida, come la delinea lo stesso Papa Francesco, per una nuova visione del mondo, per una nuova comunità di destino e per un ripreso nuovo percorso, percorso della storia, verso la pace.
E’ un immergersi consapevole nelle ferite e nelle inquietudini di un luogo, il Mediterraneo, il nostro mare, affinchè il naufragio di uomini e di civiltà, si tramuti subito in prassi generativa di possibile nuova fraternità. Parlare del Mediterraneo, soprattutto nella tensione e nella prospettiva del Manifesto di Marsiglia (settembre 2023), è anche incontrare testimonianze, carismi, profezie di uomini e di impegni forse troppo dimenticati. Il Mediterraneo come nuovo Lago di Tiberiade non è stato solo il sogno e l’utopia di Giorgio La Pira. Ritornare al Mediterraneo è sdoganare anche una figura politica ancora inedita per la comune opinione come quella di Aldo Moro.
Comprenderne la visione politica, tra tensione morale e realismo, e attraverso di esso la complessità della politica internazionale, e anche risentire l’urgenza e l’accompagno è trasformare il Mediterraneo da tomba in grembo di umanesimo planetario. Ad intrecciare la trama del Manifesto con la tentata ricostruzione geopolitica di Aldo Moro saranno non solo due esperti, ma soprattutto due protagonisti impegnati: Antonio Bergamo, noto ricercatore del pensiero mediterraneo e attivo sottoscrittore dello stesso Manifesto, nonché Gilberto Bonalumi, da sempre impegnato in politica estera attivo collaboratore governativo di Moro, Presidente del Consiglio (1963 -1968; 1974 -1976) e Ministro degli esteri (1969 – 1972; 1973 -1974).
Un seminario di avvio per ulteriori, aperti approfondimenti ed esiti come un programmato convegno internazionale già previsto per il prossimo settembre nella continuità di impegno scientifico dello stesso Dipartimento Jonico oggi rappresentato dai proff.ri, Ivan Ingravallo, Pamela Martino, Paolo Stefanì e Stefano Vinci e che il Centro di cultura G.Lazzati rimette in agenda dopo la pubblicazione del catalogo della mostra Taranto città a me cara – organizzata nel 2016 in occasione del centenario della nascita di Aldo Moro – edito a cura del Comitato che per l’occasione fu costituito raccogliendo l’adesione di numerose istituzioni.
Una grande sfida culturale, di nuova generatività che il Manifesto lancia dal Mediterraneo e che suscita anche a Taranto cittadinanza attiva recuperando impegni del passato per un futuro inedito ma non senza radice.