Trevisi su Tap e prospezioni petrolifere in Salento

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“Puntare sulle fonti fossili distruggerà l’ambiente e l’economia pugliese”

trevisiLECCE – “Il Governo, oltre a deturpare l’ambiente, persegue scelte di politica energetica sbagliate per avvantaggiare interessi di pochi a scapito del bene collettivo. Continuando così sarà distrutto in breve tempo non solo l’ambiente ma anche l’economia che non sarà in grado di competere con le nazioni che hanno puntato sull’innovazione e l’abbandono delle fonti fossili”. Lo dichiara il consigliere del M5S Antonio Trevisi in seguito alla ripresa dei lavori nel cantiere Tap e al via libera del Ministero dell’Ambiente all’azienda americana Global MED per la ricerca del petrolio mediante l’utilizzo della tecnica dell’airgun al largo di Santa Maria di Leuca.

La stessa classe politica che oggi propone trivelle e gasdotti – continua il pentastellato – alcuni anni fa proponeva centrali a gas e la realizzazione in Italia di quattro nuove centrali nucleari che, alla luce dell’attuale sviluppo delle energie rinnovabili, avrebbero avuto un impatto devastante a livello economico in termini di overcapacity e di investimenti finanziati dalle banche non recuperabili. Lo stesso sbaglio che oggi stiamo pagando per le centrali a gas finanziate dalle banche italiane per 25 miliardi e che, senza gli incentivi (capacity payment) del Governo, sarebbero già fallite. Purtroppo – aggiunge – anche il nostro Governatore Emiliano vorrebbe portare le centrali a gas in Puglia senza rendersi conto che stanno fallendo in tutta Italia e sono una concausa della crisi delle banche. È paradossale che oggi siamo nelle stesse mani di coloro che hanno commesso tali macroscopici errori di politica energetica in passato. Grazie a questi soggetti oggi è quasi più complesso l’iter per installare un impianto fotovoltaico su una struttura domestica rispetto all’iter per ottenere le autorizzazioni a bombardare i fondali marini con l’airgun. Il Governo nazionale si sta dimostrando solo uno zerbino di lobby e multinazionali lo ha dimostrato e detto chiaramente Renzi nel suo ultimo discorso a Bari. Negli ultimi 15 anni centrodestra e centrosinistra hanno fatto scelte energetiche devastanti per la nostra economia e per fortuna i cittadini hanno fermato la follia del ritorno al nucleare. Senza contare i danni sulla ricaduta occupazionale: le aziende in via di sviluppo nel settore della green economy avrebbero continuato a creare migliaia di posti di lavoro, ma ad un tratto sono state lasciate a loro stesse e fatte fallire dalla politica che ha tolto gli incentivi alle rinnovabili per darli alle fossili al fine di agevolare grosse lobby, petrolieri, multinazionali straniere”.

Trevisi ribadisce ancora una volta la necessità di puntare su un modello basato sull’autoproduzione e sulla generazione distribuita. Un recente studio di pianificazione energetica realizzato da 27 ricercatori di prestigiose università internazionali e pubblicato nell’ultimo numero della rivista scientifica Joule ha dimostrato che in un’Italia alimentata interamente dalle rinnovabili, i cittadini risparmierebbero 6mila e 500 euro a testa; ci sarebbero oltre 45 mila morti premature in meno causate dall’inquinamento e si potrebbero creare 485.857 nuovi posti di lavoro (al netto dei 164.419 persi nel settore dei fossili).