I dettagli
BARI – Su www.doveecomemicuro.it i dati aggiornati del PNE 2018 e le classifiche regionali dei centri più performanti per volume d’interventi per tumore maligno all’utero e per tumore maligno all’ovaio, nuovo indicatore da oggi presente nel portale. Al 1° posto, per numero di operazioni per tumore maligno all’ovaio c’è il Consorziale Policlinico di Bari, seguito dall’Ente Ecclesiastico Ospedale Generale Regionale Miulli di Acquaviva delle Fonti (BA), dall’Ospedale Vito Fazzi di Lecce, dalla Casa di Cura C.B.H. Presidio Mater Dei di Bari e dall’Ospedale Santissima Annunziata di Taranto, che è 5° pari merito con l’Istituto Tumori Giovanni Paolo II di Bari. Quanto al volume d’interventi per tumore maligno all’utero, in prima posizione c’è il Consorziale Policlinico di Bari, seguito dall’Ente Ecclesiastico Ospedale Generale Regionale Miulli di Acquaviva delle Fonti di Bari, dalla Casa di Cura C.B.H. Presidio Mater Dei di Bari, dall’Ospedale Vito Fazzi di Lecce e dall’Ospedale Santissima Annunziata di Taranto
Da oggi, è possibile confrontare i centri che effettuano interventi per tumore maligno all’ovaio. I dati sui volumi di attività delle strutture relativi a questo carcinoma, infatti, sono disponibili su www.doveecomemicuro.it, portale di public reporting in ambito sanitario che dal 2013 rappresenta un punto di riferimento per la ricerca della struttura in cui curarsi. Fonte dei dati è il Programma Nazionale Esiti 2018 di Agenas, edizione in cui è stato introdotto per la prima volta il nuovo indicatore. L’aggiornamento di doveecomemicuro.it ha riguardato anche gli indicatori precedentemente inseriti, compreso il volume d’interventi per tumore maligno all’utero, altra importante neoplasia ginecologica.
Alti volumi di attività sono sinonimo di esperienza
“L’alto numero di interventi eseguiti in un anno è il primo elemento di cui tenere conto al momento di scegliere la struttura in cui operarsi, perché indicativo dell’esperienza accumulata da un ospedale. Una vasta letteratura scientifica, infatti, dimostra come un importante volume di attività abbia un impatto positivo sugli esiti delle cure”, spiega Elena Azzolini, medico specialista in Sanità Pubblica e membro del comitato scientifico del portale www.doveecomemicuro.it. Ma quanti sono e come sono distribuiti i centri che si occupano di queste patologie nel nostro Paese?
Fotografia della realtà italiana
Le strutture pubbliche o private accreditate che effettuano almeno 5 interventi in un anno per tumore maligno all’ovaio sono 183: il 54,6% (100 strutture) si trova al nord, il 18,6% (34 strutture) al centro e il 26,8% (49 strutture) al sud. Della totalità degli interventi eseguiti, il 56% è stato effettuato al nord, il 22% al centro e il 22% al sud.
Le strutture pubbliche o private accreditate che effettuano almeno 5 operazioni in un anno per tumore maligno all’utero sono, invece, 343: il 50,4% (173 strutture) si trova al nord, il 20,4% (70 strutture) al centro e il 29,2% (100 strutture) al sud. Della totalità degli interventi eseguiti, il 52% è stato effettuato al nord, il 23% al centro e il 25% al sud.
Tumore all’ovaio: solo circa un quarto dei centri raggiunge i 20 interventi annui
Secondo quanto riportato dal PNE 2018, la soglia oltre la quale diminuisce marcatamente il rischio di residui tumorali – fattore associato a minori probabilità di sopravvivenza a cinque anni dall’operazione chirurgica per tumore ovarico – è di 20 interventi annui. In Italia, questo valore di riferimento viene raggiunto solo dal 28% delle strutture: il 60% si trova al nord, l’11% al centro e il 29% al sud.
Diffusione dei due carcinomi e prevenzione possibile
Il tumore maligno all’utero è la più frequente neoplasia ginecologica dopo quella al seno. Sebbene si contino circa 8.000 nuove diagnosi ogni anno, di questo carcinoma si muore sempre meno grazie alle campagne informative e ai traguardi raggiunti nella diagnosi e nelle cure. L’esame utile per prevenirlo è il PAP test da ripetere una volta ogni 3 anni a partire dai 25 anni.
Il tumore ovarico rappresenta, invece, circa il 30% di tutti i tumori maligni dell’apparato genitale femminile. “Secondo l’AIOM, in Italia nel 2018 sono stati diagnosticati circa 5.200 nuovi casi. Nel complesso, si stima che il rischio di sviluppare questo tumore nell’arco della vita di una donna sia di 1 su 75”, spiega Giovanni Scambia, Direttore Scientifico della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma.
“A causa delle diagnosi tardive dovute alla sintomatologia subdola – sfumata o del tutto assente nelle fasi inziali e più rilevante in uno stato avanzato, con distensione addominale, inappetenza e alterazioni della funzionalità intestinale tra le problematiche più comuni -, i dati AIOM 2018 stimano la sopravvivenza in Italia a 5 anni intorno al 40% e quella a 10 anni intorno al 30%.
Ad oggi, non esistono programmi di screening efficaci per la prevenzione del tumore ovarico sporadico, fatta eccezione di quelli per le pazienti portatrici di mutazione genetica (geni BRCA1-BRCA2), che predispone a questo tipo di carcinoma.
Ai test per identificare la presenza della mutazione dovrebbero sottoporsi le donne con familiarità per neoplasie ginecologiche. Mentre quante presentano una sintomatologia sospetta dovrebbero rivolgersi tempestivamente a uno specialista.
Come per tutte le patologie complesse, anche per la gestione di questo carcinoma è fondamentale affidarsi a centri competenti e accreditati, in grado di garantire cure ed assistenza appropriate volte a prolungare la sopravvivenza e, al tempo stesso, a migliorare la qualità di vita”, spiega Giovanni Scambia.
Un portale aiuta i cittadini ad orientarsi
Uno strumento che facilita l’individuazione del centro più adatto alle proprie esigenze è www.doveecomemicuro.it, portale che vanta un database di oltre 2.300 strutture: tra ospedali pubblici, strutture ospedaliere territoriali, case di cura accreditate, poliambulatori, centri diagnostici e centri specialistici.
Come eseguire la ricerca?
Per confrontare le strutture è sufficiente inserire nel “cerca” la parola chiave desiderata, ad esempio “tumore maligno all’ovaio” o “tumore maligno all’utero” e selezionare la voce che interessa tra quelle suggerite. In cima alla pagina dei risultati compariranno i centri ordinati per numero di interventi, per vicinanza o in base ad altri criteri selezionabili. Una barra di scorrimento mostra il posizionamento delle singole strutture nel panorama nazionale. La valutazione viene fatta considerando indicatori istituzionali di qualità come volumi di attività (dati validati e diffusi dal PNE – Programma Nazionale Esiti gestito dall’Agenas per conto del Ministero della Salute). È possibile anche inserire nel “cerca” uno specifico esame (PAP test, ecc..) o un determinato intervento, quindi restringere il campo alla regione o alla città di appartenenza. Per filtrare ulteriormente i risultati, basta spuntare le caselle della colonnina a sinistra relative, ad esempio, ai Bollini Rosa, il premio assegnato agli ospedali attenti alle esigenze femminili.
CLASSIFICHE REGIONALI
(Fonte PNE 2018)
Interventi chirurgici per tumore maligno all’ovaio
Le strutture pubbliche o private accreditate che in Puglia hanno effettuato questo tipo di intervento sono 12.
Le strutture che effettuano un maggior numero di interventi sono:
Consorziale Policlinico di Bari (n° interventi: 51)
Ente Ecclesiastico Ospedale Generale Regionale Miulli di Acquaviva delle Fonti (BA) (n° interventi: 26)
Ospedale Vito Fazzi di Lecce (n° interventi: 24)
Casa di Cura C.B.H. Presidio Mater Dei di Bari (n° interventi: 23)
Ospedale Santissima Annunziata di Taranto (n° interventi: 17)
Istituto Tumori Giovanni Paolo II di Bari (n° interventi: 17)
In Puglia il valore di riferimento di minimo 20 interventi l’anno è rispettato dal 33% delle strutture (4 strutture su 12).
Il 22,6% dei residenti sceglie di farsi curare in altre regioni.
Il 77,4% dei residenti sceglie di farsi curarsi nella propria regione.
Il 7,4% di interventi eseguiti su non residenti.
Interventi chirurgici per tumore maligno all’utero
Le strutture pubbliche o private accreditate che in Puglia hanno effettuato questo tipo di intervento sono 18.
Le 5 strutture che effettuano un maggior numero di interventi sono:
Consorziale Policlinico di Bari (n° interventi: 133)
Ente Ecclesiastico Ospedale Generale Regionale Miulli di Acquaviva delle Fonti di Bari (n° interventi: 76)
Casa di Cura C.B.H. Presidio Mater Dei di Bari (n° interventi: 65)
Ospedale Vito Fazzi di Lecce (n° interventi: 56)
Ospedale Santissima Annunziata di Taranto (n° interventi: 47)
Il 20,1% dei residenti sceglie di farsi curare in altre regioni.
Il 79,9% dei residenti sceglie di farsi curarsi nella propria regione.
Il 6,0% di interventi eseguiti su non residenti.