Unframing di Antonio Pavolini per la rassegna web salentina “Sette meno dieci”

34

federico mello

LECCE – La rassegna web, promossa da Diffondiamo Idee di Valore, Conversazioni sul futuro, Io non l’ho interrotta e Coolclub, prosegue a gennaio con tre nuove “puntate” in diretta su Facebook e Youtube. In programma le presentazioni dei nuovi volumi di Antonio Pavolini (12 gennaio), Federico Mello (19 gennaio) e Giovanna Pancheri (26 gennaio). Le nuove puntate si apriranno con un aggiornamento su “Free Patrick Zaki, prisoner of conscience”, edizione speciale del concorso internazionale di comunicazione sociale “Poster For Tomorrow”.

Dal 12 gennaio, con una nuova cadenza settimanale, torna “Sette meno dieci”, rassegna web ideata dall’associazione Diffondiamo Idee di Valore, in collaborazione con Conversazioni sul futuro, Io non l’ho interrotta e Coolclub e condotta dall’imprenditrice sociale Gabriella Morelli e dal giornalista e operatore culturale Pierpaolo Lala. Appuntamento ogni martedì dalle 18:50, in diretta sulle tre pagine Facebook e sul canale YouTube di Conversazioni sul futuro, per parlare di libri, diritti, musica, attualità, storie e molto altro. I primi tre appuntamenti – che ospiteranno la presentazione dei nuovi volumi dell’analista dell’industria dei media Antonio Pavolini (12 gennaio), del giornalista Rai Federico Mello (19 gennaio) e dell’inviata di SkyTg24 Giovanna Pancheri (26 gennaio) – si apriranno con un aggiornamento su “Free Patrick Zaki, prisoner of conscience”, edizione speciale del concorso internazionale di comunicazione sociale “Poster For Tomorrow” ideata da Amnesty International Italia, da Conversazioni sul futuro e Diffondiamo idee di valore, in collaborazione con il Festival dei Diritti Umani di Milano e l’Associazione Articolo 21, con il patrocinio dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna e con l’adesione di numerose amministrazioni pubbliche, come il Comune di Lecce, e altri partner.

Al centro del primo incontro di martedì 12 gennaio (ore 18:50) il libro “Unframing. Come difendersi da chi può stabilire cosa è rilevante per noi” di Antonio Pavolini (Ledizioni). L’autore, analista dell’industria dei media, uno dei primi podcaster e blogger italiani, impegnato da diversi anni nell’esplorazione dei nuovi trend e modelli di business della transizione digitale, dialogherà con Donata Columbro, giornalista e socia fondatrice di Dataninja, e Bruno Mastroianni, filosofo, giornalista, consulente per i social media di alcune trasmissioni Rai. L’industria dell’informazione, e più in generale quella dei contenuti, svolge un ruolo essenziale per la qualità della nostra vita sociale. Essa si trova però costretta a obbedire a un vincolo di business che sta producendo danni irreparabili: la necessità di attrarre i nostri occhi (e liberare i nostri dati) verso la pubblicità. Ciò condiziona in modo decisivo la scelta dei temi da approfondire e il frame con cui vengono narrati i fatti. Una scelta che – nonostante la transizione digitale – è ancora nelle mani di poche persone. Perché giornalisti, comunicatori e le altre figure di intermediazione culturale non rispondono più alla loro missione pubblica? Come mai queste professioni non riescono a evolvere oltre la necessità industriale di convogliare la nostra attenzione all’interno di “cornici” ben presidiate? In “Unframing” Antonio Pavolini ci ricorda che occorre individuare nuovi modelli economici per remunerare l’industria dei media, oppure saranno i fruitori di contenuti a dover correre ai ripari, imparando da soli a “rompere la cornice”. Vecchi palinsesti e nuovi algoritmi ci stanno sempre più imprigionando: siamo in una “ruota del criceto” e dobbiamo capire tutti insieme, dai decisori ai consumatori, come venirne fuori.

Martedì 19 gennaio (ore 18:50) Sette Meno Dieci ospiterà la prima presentazione di “Compagni! Il romanzo del congresso di Livorno” di Federico Mello, in uscita per Utet. Il giornalista leccese, che nel corso degli ha lavorato ai programmi di Michele Santoro, al “Fatto Quotidiano” e a Ballarò su Rai 3, e ora è nella redazione di Zapping su Radio 1 e che ha pubblicato vari libri di inchiesta, dialogherà con la giornalista Sonia Pellizzari e con il sindaco di Lecce Carlo Salvemini. Livorno, 15 gennaio 1921: da tutta Italia affluiscono giornalisti, intellettuali, dirigenti di sezione, sindacalisti, operai, futuri partigiani. I disordini e le mobilitazioni del biennio rosso si sono conclusi da poco, il Partito socialista ha guadagnato consensi elettorali ma è lacerato al suo interno proprio mentre cominciano le violenze fasciste. Nel frattempo, da Mosca è stato diramato un documento che indica le ventuno condizioni da rispettare per far parte della Terza internazionale. In questo clima politico teso si aprono i lavori del XVII Congresso. Il palco del teatro Goldoni vedrà accendersi lo scontro fra socialisti e comunisti e, mozione dopo mozione, l’ala estremista si allontanerà progressivamente, fino all’inevitabile scissione. In una narrazione coinvolgente ma sempre aderente alla realtà storica, Federico Mello ci racconta un momento cruciale, troppo spesso imprigionato nella mitografia, in cui si confondono interessi personali e differenti visioni politiche, errori di valutazione e intuizioni in anticipo sul corso dei tempi. Il momento in cui la sinistra italiana si divise, per la prima, proverbiale volta. Ci sono tutti i protagonisti dell’epoca: il giovane Antonio Gramsci, convinto che la rivoluzione sia alle porte; il carismatico Filippo Turati, leader delle forze socialdemocratiche; il focoso Nicola Bombacci, amato dalla base militante; l’incerto Giacinto Menotti Serrati, che cerca una mediazione tra le forze in campo. Intervento dopo intervento si delinea la spaccatura all’interno del partito e il dibattito si infiamma alternando politica estera e interna, strategie di comodo e valori irrinunciabili. Il Partito comunista nasce fra le polemiche: abbaglio politico o svolta storica? Grazie al rigore nel consultare le fonti, alla vivacità nel dipanare i conflitti più complessi e alla capacità di scavare dietro le versioni di parte Federico Mello riesce a trasportarci indietro nel tempo, seduti sulle tribune gremite, a indignarsi, applaudire e battere i pugni, acclamare le parole che colpiscono l’animo, ad assistere alla svolta fondamentale della storia della sinistra italiana.

Martedì 26 gennaio (ore 18:50), il mese si concluderà con la presentazione del volume “Rinascita americana. La nazione di Donald Trump e la sfida di Joe Biden” della giornalista Giovanna Pancheri (SEM). Vita, libertà, ricerca della felicità. Quanto i diritti individuati dai Padri Fondatori trovano spazio nell’America di oggi? Cosa lascia Donald Trump in eredità a Joe Biden? Giovanna Pancheri, corrispondente dagli USA dal 2016 per Sky TG24, negli ultimi anni ha percorso la nazione in lungo e in largo realizzando preziose, toccanti e alle volte incredibili interviste di prima mano, da quella al leader del Ku Klux Klan, che sostiene l’irragionevole teoria della sostituzione etnica, al racconto di un giornalista di Tijuana dei narcotunnel scavati sotto al muro del confine. Testimonianze che spaziano dagli esclusivi dialoghi con politici di rilievo o figure ai vertici di Goldman Sachs fino alle reazioni dei cittadini alle ultime elezioni avvenute sotto emergenza sanitaria. Lei stessa ha contratto il Covid-19 e il racconto della sua vicenda personale si intreccia all’attento resoconto degli stravolgimenti arrecati dalla pandemia alla società americana. Una società che Giovanna Pancheri osserva con estrema lucidità, mentre assiste al diffondersi del movimento suprematista Alt-Right, all’incancrenirsi di sentimenti razzisti, alle reazioni d’orgoglio del movimento Black Lives Matter, a incontri tra famiglie divise dal muro sul confine tra Messico e Stati Uniti, al sorgere del movimento ambientalista che ha trovato in una ragazzina svedese la sua eroina, fino alla definitiva sconfitta di un Presidente che pur di mantenere il potere le ha provate tutte, creando un clima d’odio e sospetto persino sulla risposta della scienza al Coronavirus. Un libro inchiesta sugli Stati Uniti, “dove è nato il Quarto Potere, dove un tratto di inchiostro è stato in grado di far cadere governi, dove il giornalismo ha regalato al mondo figure leggendarie, e il confine tra fatti e opinioni è diventato sempre più evanescente“.