BARI – “La campagna 2020 delle uve da tavola è in pieno svolgimento e i dati e le informazioni che provengono dai produttori pugliesi compongono un quadro caratterizzato da andamenti differenti per le diverse varietà e per i territori, tuttavia la qualità è al momento mediamente ottima“. Il presidente di Confagricoltura Puglia Luca Lazzàro stila un primo bilancio della produzione regionale di uva da tavola. “Al momento, mentre è in pieno corso in Puglia la raccolta delle varietà Vittoria, Black Magic e cultivar apirene si registra qualche incertezza sul prezzo. Le quotazioni, partite bene, stanno subendo un ribasso medio del 15% per la concorrenza straniera“.
Secondo il più recente rapporto Ismea in Puglia sono circa 24.500 gli ettari coltivati a uva da tavola. Sebbene la regione sia di straordinaria importanza nel panorama italiano, le esportazioni sono sempre più minacciate dai paesi produttori emergenti che stanno guadagnando quote sui principali mercati di sbocco grazie a uve offerte a prezzi competitivi.
Sempre secondo il più recente rapporto Ismea sulle Uve da Tavola l’andamento delle esportazioni italiane tra il 2014 e il 2018 evidenzia una sostanziale stabilità in termini di volumi intorno alle 450mila tonnellate. L’aumento dei prezzi medi ha determinato la crescita degli introiti da 560 a 665 milioni di euro, a valori correnti. Per quanto concerne i mercati di sbocco delle uve da tavola italiane, i paesi dell’Unione europea hanno un peso enorme assorbendo in media al 90% delle esportazioni complessive. Oltre alla quota detenuta dai Paesi Ue va considerata anche quella appannaggio della Svizzera che detiene una quota del 5% e della Finlandia con un ulteriore 1%. Il podio dei clienti dell’Italia è composto da Germania, Francia e Polonia. La Germania è saldamente in testa alla graduatoria con circa un terzo dell’export complessivo. A seguire la Francia che detiene il 18% e la Polonia il 9 per cento.