Due intime storie di donna firmate Nina’s Drag Queens. Sola in scena coi suoi fantasmi, una donna che donna non è, divisa tra l’amore e il disamore, la tragedia e la farsa, le grandi muse e le piccole massaie, viene tenuta in vita dal filo sottile di un telefono.
Lo spettacolo, che è stato rappresentato anche al Fringe Festival di Edimburgo in lingua inglese, prende spunto da «La voce umana» di Jean Cocteau e dalla sua trasposizione nell’omonima opera lirica musicata da Francis Poulenc, ma anche da uno strano fatto di cronaca, difficile dire se rosa o nera, che ha per protagonisti il pittore Oskar Kokoschka e la sua musa Alma Mahler.
Dunque, storie di due donne diverse, una mediocre l’altra eccezionale, una distrutta l’altra vittoriosa, che parlano entrambe della violenza insanabile tra gli esseri umani, in relazioni amorose nelle quali si è persa la bussola.
In un thriller intimistico pensato come una riflessione sulla costruzione e la decostruzione della figura femminile, Lorenzo Piccolo mette in scena la donna senza nome, disperata e fragile de «La voce umana» che, attraverso una lunga telefonata, cerca di mantenere il legame con l’uomo dal quale è stata appena lasciata, specchiandola con l’immagine di Alma Mahler e del suo fantoccio a grandezza naturale che Oskar Kokoschka si fece costruire per conservare l’illusione della relazione una volta lasciato, salvo poi scatenare sulla bambola feticcio la propria violenza distruttiva.
«Sono entrambe vicende in cui si racconta la violenza di un uomo verso una donna, una violenza che si esprime in maniera brutale anche se attraverso una telefonata o l’uso di una bambola», spiega l’autore e interprete dello spettacolo, «attore uomo che non interpreta un personaggio femminile, piuttosto lo cerca, lo attraversa, lo perde e lo ritrova in continuazione».
Nella rarefatta dimensione di una stanza, il personaggio cui dà vita Lorenzo Piccolo, viene, infatti, inseguito, smontato, cercato tra le righe del testo, in un viaggio tra uomo e donna, lo struggimento d’amore e il tempo dell’attesa. Ma come tradurre tutto questo in forma scenica?
«Non cercando a tutti i costi di comporre i contrasti, ma di accostarli, di vederli per quello che sono», racconta il regista Calciolari, che ha trovato una chiave interpretativa giocando con gli elementi dell’estetica drag queen cara alla compagnia, che sin dalla sua fondazione è impegnata a rileggere i classici del teatro con un tocco di glamour, così come ha fatto reinterpretando Cechov con «Il giardino delle ciliegie» la «Beggar’s Opera» di John Gay con la «DragPennyOpera».
Al termine della rappresentazione seguirà un incontro con Lorenzo Piccolo, che verrà intervistato dalla giornalista Marina Luzzi.
Info e prenotazioni 333.2694897. Biglietti acquistabili anche online su Vivaticket attraverso il sito www.teatrocrest.it.
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