Il primo passo per la rigenerazione previsto dal progetto è un poderoso piano di riforestazione per la costruzione di “corridoi ecologici” che andranno a ricreare il paesaggio verde a cui eravamo abituati e che ora non c’è più, cancellato dalla più grande fitopatologia che si ricordi a memoria d’uomo. “Rigenerazione sostenibile” è un programma di investimenti da parte di aziende agricole ed agroalimentari, legati da una misura trasversale: un progetto di ricerca, coordinato dal Dajs e supportato da sei prestigiosi enti pubblici di ricerca: Università del Salento (UNISALENTO), Istituto Agronomico Mediterraneo (CIHEAM), Centro euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC), Centro Nazionale Ricerche (IPSP – CNR), Università degli Studi di Bari (UNIBA), Politecnico di Bari (POLIBA) e vede l’impegno attivo di circa 50 ricercatori che, in maniera coordinata con oltre 70 imprese e soprattutto con le comunità locali, costruiranno una prima visione del Salento prossimo futuro, e lo traghetteranno nella fase post-Xylella.
Si avvia, quindi, un percorso rigorosamente scientifico che in sinergia con le comunità e le imprese ha l’ambizione di prefigurare un Salento nuovo, che rinverdisce e torna ad essere attrattivo. Il progetto di ricerca è governato da un prestigioso Comitato Scientifico che vede la presenza del Magnifico Rettore dell’Università del Salento Fabio Pollice, del vice-presidente del CIHEAM Teodoro Miano e del Premio Nobel per la Pace e membro dell’Intergovernmental Panel on Climate Change Riccardo Valentini.
“Lanciamo una grande mobilitazione territoriale, attraverso le comunità. Il Dajs si offre come supporto tecnico: facciamo emergere questa volontà di rinverdire il Salento, sia che si tratti di enti pubblici, ma anche privati, che siano imprese agricole, ma che sia anche il singolo che ha un pezzo di terra e non sa che farne”. L’esortazione è nelle parole di Pantaleo Piccinno, presidente del Dajs, nel suo intervento rivolto all’assemblea dei sindaci. “Facendo emergere l’urgenza di questa volontà comune potremo avviare la più grande opera di riforestazione del territorio. Oggi siamo dinanzi ad una nuova emergenza: il Salento sta bruciando perché è davvero tutto secco. È un problema cogente. È impensabile l’idea di sostituire i 100 mila ettari dell’olivicoltura danneggiati dal batterio con la stessa coltura, soprattutto sui terreni marginali. Così oggi lanciamo proprio il tema dell’utilizzo dei terreni marginali per ipotizzare una riforestazione collettiva territoriale, che ricostruisca quella matrice di corridoi ecologici ambientali che di fatto l’uliveto rappresentava, una forestazione che unisca le coste con l’entroterra, le aree più centrali con quelle più periferiche”.
A rappresentare Unisalento, il rettore Fabio Pollice, che ha lanciato un appello accorato ai sindaci. “Dobbiamo ricostruire un’agricoltura che abbia come obiettivo il benessere della collettività. Il progetto di Rigenerazione Sostenibile – ha sottolineato – che condividiamo con il Dajs, va proprio in quella direzione. È un progetto corale che vede Unisalento impegnata assieme agli altri enti di ricerca nel tracciare una strategia unitaria, con il contributo essenziale delle imprese e di tutte le comunità locali, a partire dall’individuazione, in ciascun comune, di aree potenzialmente oggetto di riforestazione. L’Università del Salento, assieme agli altri enti di ricerca, è pronta a mettere in campo tutte le professionalità e le competenze per supportare questo progetto epocale”.
La riforestazione, ha ricordato il professor Teodoro Miano dell’Università di Bari e componente del comitato tecnico-scientifico del Dajs, riguarderà un territorio di 7 mila chilometri quadrati, tre province, Lecce, Brindisi e Taranto. “Un’area che può diventare un grande laboratorio per una sperimentazione ambientale che potrà realizzare un modello da emulare a livello internazionale – ha detto il docente di Uniba – è importante ora sensibilizzare le comunità locali sull’opportunità di investire in un sistema di riforestazione, di connessione di piccole porzioni di territorio che riproducano l’ossigeno che manca dopo la perdita di milioni di ulivi. Il bosco che immaginiamo per il Salento non avrà solo valore estetico ma anche produttivo: pensiamo al carrubo e ad altre essenze che potranno creare filiere produttive aggiuntive”.
Il presidente della provincia Minerva e i sindaci hanno raccolto l’appello del Dajs. Partirà così a breve una ricognizione capillare di tutte le aree pubbliche e private del Leccese candidabili al progetto di riforestazione. “Ricostruire il paesaggio è una priorità assoluta anche per i risvolti sociali ed economici – ha detto Minerva – e la Provincia è pronta ad assumere il ruolo di coordinamento delle amministrazioni locali”.
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